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Cronaca

INVIATO CITTADINO Vetrina di Sandri al Corso. Uova limited edition colorate a mano in versione Fabergé. Peccato mangiarle

La storica pasticceria riprende la tradizione delle uova del maestro orafo Peter Carl Fabergè. La storia. Il Maestro russo dell’oreficeria, nel 1883, ricevette dallo Zar Alessandro la commissione per un dono speciale riservato alla zarina Maria. Il coronato pretendeva qualcosa di eccezionale. E, pagandolo a peso d’oro, lo ebbe. Il primo Fabergé fu un uovo di platino smaltato bianco, al cui interno era contenuto un uovo d’oro, che a sua volta conteneva un piccolo pulcino d’oro ed una miniatura della corona imperiale. Gli Zar ne furono così entusiasti che ordinarono a Fabergé di preparare tutta una serie di uova da donare ogni anno, e la tradizione continuò con Nicola II, figlio di Alessandro, fino al totale di 57 uova. Questi capolavori, dopo la caduta della monarchia, finirono dispersi per il mondo finendo nelle maggiori collezioni.

Pasqua, la vetrina di Sandri: le uova d'autore

La storia vige anche ai nostri giorni. Si legge che, nel 2004, un magnate russo riportò in patria 9 uova di Fabergè, pagando 100 milioni di dollari. Una vera esibizione di potenza economica, in tempi di satrapi miliardari/oligarchi, vicini al potere. Ora quelle uova in vetrina da Sandri sono preziose, ma commestibili. Una delle più belle effigia un Grifo rampante incluso in un ovale sul quale si affacciano mascheroni: un peccato mangiarla. Oltre alle uova, anche forme animali… golose. Fra esse un porcospino proteso verso due carotine. Aculei di cioccolato fondente e trionfo di cacao a spolvero. Prosegue la tradizione dolcemente… scultorea, inaugurata da Carla Schucani.

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