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Cronaca Parco Sant'Anna

Parco Sant'Anna, il Club della Pallotta lancia una provocazione: "Salvarlo oppure chiuderlo"

Dopo la nostra inchiesta sul degrado, siringhe e rifiuti all'interno dell'area verde, arriva l'analisi dettagliata dell'associazione che opera nel quartiere: si parla di sicurezza, strutture, giochi, cambi da calcio e bocce. Ecco da dove partire per salvarlo

Avevamo fatto una inchiesta pochi giorni fa la situazione di degrado in cui versa uno dei parchi più belli di Perugia. Un viaggio tra siringhe, rifiuti e spacciatori che organizzano bivacchi, immortalando con macchina fotografica alla mano l’impossibile. I cittadini esigono risposte immediate.  

Per questo ci siamo affidati ad un'analisi del Club La Pallotta, associazione da sempre presente sul territorio, su un luogo che fa parte del loro quartiere. Tra le righe emergono problemi che vanno al di là delle siringhe e dei rischi dello spaccio. Una sorta di analisi strutturale

“Il parco appare dotato di numerose attrezzature – scrivono - per attività sportive e ricreative; al suo interno
sono presenti alcuni elementi di particolare interesse: una grande vasca in mattoni quasi del tutto interrata, utilizzata per la raccolta delle acque sorgive del crinale collinare destinate all'irrigazione degli orti sottostanti. Presente anche un rudere romano in ottimo stato di conservazione”. Ma c’è chi evidentemente non si rende conto delle grandi potenzialità del parco Sant’Anna, perché poi inizia la denuncia vera, quella fatta di lamentele e domande senza risposta.

Servizi igienici: “Ne sono esistiti due, uno a monte ed uno a valle del parco. Sono esistiti, perché, oramai, si può solo ammirare le costruzioni. Ora sono sprangati e non si sa cosa contengano al suo interno”. Poi la provocazione: “Facciamo una semplicissima considerazione: il Comune, la ASL e quanti altri preposti alla vigilanza sanitaria, giustamente, non danno l'agibilità ai luoghi pubblici che non sono forniti di adeguate strutture in quel senso, ed allora, con la stessa logica perché non chiudono il parco?”.

Ma non si fermano qui, perché l’attacco è sferrato anche contro le attrezzature sportive: “Nella zona a monte  esisteva una pista circolare di circa dieci metri di raggio, citata come “pista pattinaggio” che sarebbe dovuta servire anche come pista da ballo in occasioni speciali di intrattenimento. Una struttura rotonda esiste ma andateci a pattinare o a ballare se potete. È diventata un deposito di breccia praticabile solo con una bici Mountain Bike. Per quanto riguarda quel deserto che chiamano campo di calcio, con quei paletti piantati da una parte e dall'altra, che vorrebbero simulare le porte con alle spalle del lato sud quell'ammasso di rete quasi totalmente strappata che un tempo serviva al contenimento in campo dei palloni, bisogna stare molto attenti a come ci si muove perché si solleva un polverone tale che se si trovasse nelle vicinanze qualcuno sofferente di asma potrebbe sentirsi male seriamente.

Si passa poi ai giochi per bambini e non solo: “Ci sono poi, sparsi per il parco altalene, scivoli e sbarre svedesi. Come tutto i resto lo stato di questi attrezzi è alquanto malmesso e, in questo caso, la cosa è più grave che per altri impianti perché, essendo utilizzati da chi non è in grado di valutarne la pericolosità, potrebbero causare seri danni, anche non riparabili, ai minori. Pensiamo che, almeno in questo caso, l'ispezione periodica dello stato di questi oggetti dovrebbe essere obbligatoria per legge e, quando occorre, ripararli o sostituirli secondo i casi specifici. Parlando poi dei pallai (campi per il gioco delle bocce ) ci sarebbero da dire molte cose ma ci soffermeremo solo sul fatto che dei sei esistenti, quattro a valle e due a monte del parco, solo due, situati vicini al piazzale Giotto, vengono utilizzati e tenuti abbastanza in efficienza da coloro che li usano per giocare. Se aspettassero la manutenzione dal Comune si arriverebbe alla fine dei tempi. Gli altri quattro svolgono discretamente la funzione di toilette per cani e, qualche volta, anche di esseri superiori. Come li potete ammirare dalle foto, sembrano letti di fiumi in secca, con tanto di erbacce nate per abbellire il tutto”.

Infine l’area riservata ai cani: “A nord c'è una stupenda area recintata che dovrebbe servire a portarci i propri cani per farli scorrazzare in modo assolutamente sicuro e dove, senza imbrattare il resto del parco, possono espletare le proprie funzioni corporali. In questo luogo, tra l'altro molto ampio, possono essere lasciati liberi, cioè senza guinzaglio, che invece è obbligatorio in aree che non sono riservate a loro. Ma come tutti hanno la possibilità di vedere, sono pochissimi i proprietari che la utilizzano. La maggior parte degli accompagnatori li lasciano scorrazzare liberamente e senza le dovute cautele (guinzaglio o museruola) in mezzo a tutta quella gente, bambini e adulti, che vanno lì per potersi rilassare e passare qualche ora in compagnia a giocare. Ma non è tutto: oltre a ciò, che potrebbe anche essere in misura tollerato, alcuni di coloro che li accompagnano, non hanno neanche il buon senso e l'educazione civica di togliere dall'erba o dalle strade, gli escrementi che sono lasciati lì a puzzare e insozzare il malcapitato che ci va sopra. Farebbe bene il Comune a controllare, come viene specificato nell'ordinanza comunale, e multare con salassi di danaro di modo che siano più accorti ed educati in futuro”.

E alla fine non poteva mancare qualche parole “su chi frequenta il parco. Ogni fine settimana assistiamo ad un'invasione pacifica del parco da parte di persone che, pur avendo il diritto di frequentarlo, hanno il dovere di comportarsi civilmente. Non hanno nessun rispetto e nessuna cognizione di causa di come si debbano utilizzare gli spazi pubblici. Il lunedì mattina, per ripulirlo da tutta l'immondizia che questi signori lasciano in giro (bottiglie di birra e vino vuote, lattine, cartaccia sporca e quant'altro sia possibile) occorrono flotte di dipendenti di aziende pubbliche, con sperpero di denaro che potrebbe essere utilizzato per altri scopi Famiglie intere di Rom (anche loro con diritto di frequentarlo) che, quasi tutte la mattine, specialmente davanti ai palazzi che danno sul piazzale Giotto, schiamazzano e mangiano scatolame di tonno ed altre derrate, lasciando poi i vuoti sparsi per tutta l'area dove hanno stazionato. Infine, cosa molto più inquietante, la criminalità. Non vogliamo dire che il vallone di sant'Anna sia particolare ma solamente che rappresenta un polo di attrazione, per la delinquenza, molto forte: dallo spaccio di droga agli scippi”.

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