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Cronaca Centro Storico / Via della Canapina

Canapina, il parco dimenticato di Perugia: devastato dai vandali e dal degrado

Qui è tutto un imbrattamento: a partire dal cartello lungo la scala mobile, fino alle panchine, alla cannellina, agli alberi. Frasi deliranti, iniziali, cuori e promesse d’amore eterno, sigle e ghirigori

Ormai, Perugia è divenuta il paradiso degli imbrattatori. Specchio del malcostume è il bel parco della Canapina, ridotto all’ecce homo. Quel parco, cui si accede anche dalla scala mobile del Pellini, è così chiamato perché nelle adiacenti scalette i “canapari” realizzavano cordami all’aria aperta, per una migliore essiccazione. Altrettanto accadeva in zona Porta dei Funari (“artigiani delle funi”) sotto Palazzo Della Penna, in via Vibi. 

Perugia, parco della Canapina devastato dai vandali

Un ragazzo si legava attorno alla vita le matasse e scendeva le scalette all’indietro per alimentare l’attrezzo e creare la treccia. Questo ci racconta Gigio Catanelli che fu testimone di queste tradizionali e antiche procedure.

Siamo sotto piazza del Drago, dove hanno sede le scuole Fabretti, la media San Paolo e diverse associazioni (tra le quali il Circolo Bonazzi). Il parco è dunque percorso da giovani, studenti e gente che si reca in via della Cupa e in via dei Priori, nell’acropoli perugina. Qualcuno vi porta il cane a sgambare. La notte vi si tengono commerci poco legali.

La zona è bellissima e chiude antichi orti. Nella muratura sotto la chiesa di San Benedetto la cinta etrusca e quella medievale si fondono in modo mirabile (gli studi di Michele Bilancia lo hanno dimostrato in maniera inconfutabile). Qui è tutto un imbrattamento: a partire dal cartello lungo la scala mobile, fino alle panchine, alla cannellina, agli alberi. Frasi deliranti, iniziali, cuori e promesse d’amore eterno, sigle e ghirigori. Non c’è proprio verso di salvare niente.

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