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Cronaca

Pandemia Umbria, la relazione regionale: cala, ma resta preoccupante il numero dei ricoveri in terapie intensive e ospedale

Le varianti richiedono più giorni di guarigioni rispetto al virus originario. Ecco il piano annunciato per ampliare i posti letto e per aumentare la macchina dei tracciamenti

L'andamento dell'epidemia da Coronavirus è stato al centro della relazione della Presidente Donatella Tesei al consiglio regionale. I dati, forniti dalla task-force sanitaria regionale, dimostrano che le ordinanze regionali anti-contagio - dopo il boom a causa delle varianti inglese e brasiliana - stanno funzionando ma permangono delle criticità da non sottovalutare: ad oggi i contagi sono 6850, tremila in meno rispetto al picco registrato in questa terza fase; l’indice Rt è allo 0,79 fra i più bassi in Italia: il tasso di mortalità del 2,3 per cento è fra i più bassi, la media nazionale è 3,2. Vanno tenuti sottocontrollo i dati del ternano e dell'orvietano che, dopo un periodo invernale senza picchi, ora stanno registrando un aumento dei casi soprattutto frutto di varianti.

"Continua a preoccupare la situazione ospedaliera - ha spiegato la Presidente - con 507 ricoverati nonostante il calo dei contagi, soltanto 50 in meno rispetto al picco, e con 78 ricoverati in terapia intensiva, solo 8 in meno rispetto al picco. Le cause di questi dati sono da ascrivere alle mutazioni del virus, che costringono all’ospedalizzazione e a cure più lunghe". Previsto un piano potenziamento, anche in ottica di una eventuale fase 4: 800 posti di ospedalizzazione entro fine marzo, mentre a settembre potremmo arrivare a 180 posti di terapia intensiva dai 141 attuali. "Non bisogna dimenticare che partivamo da 59 posti in tutta la regione. Stiamo cercando di recuperare l’attività ordinaria. Per quanto riguarda il tracciamento due sono le misure adottate: la piattaforma informatica unica con i dati allineati in tempo reale e l’estensione del ‘modello Todi’ nelle aree più critiche".

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