Un Palio non si giudica per un paio di scarpe da tennis e Perugia ha battuto i "gufi"

Un palio non si giudica per un paio di scarpe da tennis. Eh già perchè quei commenti e quelle foto postate su Fb dagli anti-palio farebbero ridere tutte le città dove si fanno rievocazioni storiche. Ovviamente un paio di scarpe da tennis non durante il corteo storico - quello deve essere fedele alla storia utilizzando dipinti, trattati e altre fonti storiche - ma indossate da quelle che possiamo chiamare "i cavalieri" "giocolieri" o meglio ancora i "militi" del proprio rione. Quelli per intendersi che devono giocarsi il Palio.

I giochi devono essere un compromesso tra l'attualità e la storia per garantire sicurezza al pubblico e all'atleta. Ecco dunque che quelle scarpe da tennis o scarponcino sono le giuste calzature per la mossa della Torre e il lancio del giavelotto o per la staffetta con le insegne storiche. Una cavolata? No. I fantini del Palio di Siena corrono in scarpe da tennis per questioni di sicurezza in caso di cadute. Lo stivaletto farebbe scivolare chiunque corre o sta facendo un'azione di sforzo. Un palio dunque non si giudica da un paio di scarpe da tennis.

Lo si giudica dai costumi - bellissimi quelli ordinati e pagati per i notabili dei quartieri, per gli alfieri e per i priori -, dall'entusiamo della gente (tantissima per una prima edizione), dai fazzolettoni, dai cori (ogni rione ne ha uno), dal cibo, da come vengono accolti i turisti. Ecco Perugia dopo solo 24 ore ha dimostrare di essere una città da Palio. Domani solo il maltempo potrà rovinare il corteo dei mille figuranti. In diversi fanno la danza della pioggia. Ma occhio che il Dio del Palio spesso fa miracoli e i rosiconi li affoga tutti. E per loro giugno, a Perugia, mi pare di ricordare non è il mese migliore...