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Cronaca Fontivegge / Via del Macello

Nelle "segrete" di via del Macello: venti euro è il costo del biglietto per l'Inferno

Perugiatoday.it anticipa la pubblicazione di una parte del diario e delle foto della video-inchiesta su '"Una piccola Scampia multietnica" che sarà proiettato e presentato il prossime settembre. Un diario crudo e forte di chi ha visitato un posto invalicabile...

Perugiatoday.it in esclusiva anticipa alcuni brani e foto di una video-inchiesta su alcuni stabili in via del Macello su droga, sicurezza, degrado e la grande rabbia delle famiglie che convivono con bande e disperazione. La video-inchiesta è firmata da Elena Testi e Francesco Ascanio Pepe e sarà presentata ufficialmente a settembre. Ecco uno stralcio del diario di una inchiesta difficile in un posto praticamente inacessibile....

Questo non è un semplice articolo, bensì la cronaca di un assedio. E’ la notte di un giorno qualunque. La notte di uno di quei giorni in cui ti puoi ritrovare a passeggiare per i palazzi tra via del Macello e via Sicilia. Gli stessi dove l’Informa giovani del Comune di Perugia e la Cgil hanno trovato la loro sede. Sì, la stessa Cgil che espone fuori dall’edificio, il suo edificio, “Noi lottiamo contro la violenza sulle donne” non accorgendosi forse che proprio là sotto, in mezzo alla guerra vera, quella di strada, ragazzine di sedici anni vendono il loro corpo. La notte tutto tace tra i cumoli di immondizia. Puoi trovare solo qualche tossico che si spara una dose in vena. E’ questo il momento migliore per osservare inermi quello che si nasconde in una parte di questi palazzi. Il giorno è un’altra storia, tutta un’altra storia. Qui si smercia la droga, ma si smercia in maniera vera. Così vera che puoi sentire la puzza di chi muore di overdose in un pomeriggio di tragica follia, senza che nessuno chiami l’ambulanza.

Perché qui la vita non ha prezzo se non quello di venti euro, il costo di un “quartino”. Il funzionamento è come quello di Scampia. Le sentinelle si appostano fuori dall’edificio, attendendo o l’arrivo della “roba” o l’arrivo delle forze dell’ordine. Poi parte l’avviso. Regolarmente sono di vedetta cinque persone davanti e due ai lati. Basta appostarsi qualche pomeriggio per comprendere che il meccanismo è sempre lo stesso. Basta appostarsi qualche pomeriggio per vedere flotte di tossicodipendente che emigrano da piazza del Bacio a via del Macello o meglio il Trentatré come lo chiamano loro in gergo. Trentatré come gli anni di Cristo, forse perché sono in pochi a superarli. Ogni tanto qualcuno si accoltella e se parli con uno di loro, degli spacciatori, ti rendi conto quanto quelle coltellate siano visibile nella loro pelle. Segni bianchi cicatrizzati che espongono in bella vista. Uno dei capi ha un Dogue de Bordeaux. Cammina tutto il giorno con il cane al guinzaglio, controllando che tutto sia regolare. Al trentatré ci vivono, oltre a qualche perugino costretto a pagarsi una sicurezza privata, tunisini, albanesi, romeni, sudamericani e nigeriani. Sono i tunisini ad avere in mano il giro dell’eroina.

Le segrete in via del Macello, viaggio tra droga e "segrete"

La maggior parte dei tossici si “tramortisce” infatti nelle uscite di sicurezza dei palazzi. Le stesse uscite di sicurezza che vengono usate come dormitori, come bagni, come discariche e come “suite” private per qualche nottata romantica, se così si può definire. Non è infatti difficile trovare preservativi usati, in compagnia delle siringhe puntualmente con l’ago sporco. E’ invece agli albanesi che spetta vendere la cocaina. Qui la storia è diversa perché viene venduta o tramite i transessuali che si prostituiscono a Settevalli o tramite i tunisini che si spalmano a macchia d’olio in tutta la città. Poi ci sono i romeni, padroni indiscussi della prostituzione.

Le raffinirie, o meglio i laboratori dove si lavorano le sostanze, sono in mano ai nigeriani. E infine, per non farsi mancar niente in questa città dove non si ferma neanche più Dio, perché non saprebbe dove mettere le mani, germoglia indisturbata la microcriminalità, quella fatta di furti e auto rubate. In questo settore vanno per la maggior i sudamericani. Si potrebbe parlare di problema sociale.  E’ difficile comprendere cosa sia accaduto realmente in questa città. Per questo vogliamo cercare di raccontare anche l'Altra Perugia.

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