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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Sant'Andrea delle Fratte

Ospedale: abbattuti i tempi di attesa per emergenze ed oncologia

L'azienda Ospedaliera di Perugia fa il bilancio: meno di due minuti per intervenire al Pronto Soccorso su un codice rosso e 7 per codice giallo. Meglio di Bologna, Ancona e Firenze

L’Azienda Ospedaliera di Perugia, anche in tempi di crisi, riesce non solo a far quadrare i bilanci – una rarità in Italia in questo settore strategico – ma fa passi in avanti su tempi di attesa per le emergenze e per la chirurgia applicata a malattie terribili come i tumori. I dati sono stati forniti lunedì mattina direttamente dal direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, Water Orlandi, alla presenza del presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini, del sindaco Wladimiro Boccali e del preside della Facoltà di Medicina, Luciano Binaglia.

ECONOMIA Non è da sottovalutare il fronte dei conti perché sta alla base anche delle garanzie dei servizi medici offerti: l’esercizio finanziario si attesta intorno ai 315 milioni di euro per un utile di esercizio di 240mila euro (nel 2005 il bilancio era in perdita per 5milioni di euro). Il buon andamento dell’Azienda Ospedaliera di Perugia consente allo stesso tempo di essere una risorsa economica importante anche per le aziende (dalla manutenzione fino ai rivenditori di tecnologia) del territorio. La voce maggiore degli acquisti riguarda i farmaci (44 per cento), al secondo posto la spesa per presidi chirurgici e materiali sanitari.

“Siamo riusciti – ha spiegato il direttore generale Orlandi – nel programmare i pagamenti entro 70 giorni dal servizio o dalla fornitura messa a disposizione della macchina ospedaliera. Nel 2006 i pagamenti praticamente arrivavano dopo un anno. In questa maniera facciamo la nostra parte per sostenere le imprese che collaborano con noi, soprattutto in questo periodo di crisi economica”.

TEMPI DI ATTESA  Ma se i conti sono importanti, lo sono molto di più i risultati ottenuti in campo sanitario. Perugia batte Firenze, Ancona e Bologna – nella classifica del Centro Italia – nei tempi di attesa del servizio di pronto di soccorso che è considerato strategico dall’utenza tanto che gli accessi sono passati dai 67mila del 2010 agli attuali 71mila – si stima – per tutto il 2011. Per un codice rosso (situazione di massima urgenza) basta un 1,6 minuti per essere sotto osservazione del personale medico. Mentre per un codice giallo (media urgenza) a Perugia 7minuti e 38 secondi mentre a Bologna 32 minuti. Per un codice verde (la maggior parte dei casi viene contraddistinta da questo colore) a Perugia 16 minuti a Bologna 58, Firenze e Ancona 45 minuti. Infine il codice bianco – piccolo infortunio – a Perugia 30 minuti, a Firenze 60 minuti, Ancona 64 e Bologna 78 minuti.

“Le possibilità di sopravvivenza ad un cancro crescono se i tempi di intervento sono veloci. Per questo abbiamo lavorato sodo in questi anni per limare sempre di più i giorni tra l’individuazione del male e l’intervento chirurgico. Ad oggi servono 24 giorni rispetto ai 37 dell’anno scorso. Ovviamente in caso di massima urgenza l’intervento avviene immediatamente, saltando le liste”. Limati anche il numero dei posti di letto e abbattuti quasi del 90 per cento i ricoveri per visite di accertamenti che avvengono in giornata all’interno della struttura"; ha spiegato Orlandi.

DATI Tra le curiosità: per quanto riguarda il parto, sempre più donne preferiscono il cosiddetto parto indolore rispetto al cesareo e rispetto agli anni passati si registra un aumento lieve delle natalità (2100 nel 2011). La macchina ospedaliera di Perugia – 3mila operatori 800 posti letto – solo nel 2011 ha portato avanti 41mila ricoveri, 19mila e 409 interventi e procedure chirurgiche e quasi 9milioni di prestazioni specialistiche ambulatoriali compresa la diagnostica di laboratorio.

E per il futuro? “Mettere in piedi una rete di assistenza domiciliare e residenziale a degenza breve extraospedaliera – ha spiegato Orlandi - al fine di abbattere i ricoveri spesso inappropriati degli ultra 80enni che negli ultimi 5 anni sono aumentati del 23 per cento. Un fenomeno che crea criticità per l’azienda sanitaria e per il sistema regionale sanitario”.


 

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