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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Piazza Rossi Scotti

La riconquista della città: da rifugio per tossici e sbandati a orto urbano

Si chiama Orto Sole e sorge in Porta Sole, nel tratto della rampa bassa di via delle Prome

Da rifugio per tossici e sbandati a luogo di sana inclusione per anziani, bambini e persone vulnerabili. Un territorio già dominato da sporco e da degrado – umano e ambientale – è diventato uno splendido orto-giardino, gestito da un’associazione di promozione sociale. Si chiama Orto Sole e sorge in Porta Sole, nel tratto della rampa bassa di via delle Prome.

L’iniziativa nasce dall’idea di calarsi in uno spazio naturale promuovendo la cultura del vivere sano, sviluppando progetti che giovano ai singoli e alla collettività. Un operatore che sta costruendo, con pancali di scarto, una scalinata per accedere ai livelli inferiori dice: “Non può immaginare in che condizioni si trovava questo spazio. Ci avevano buttato di tutto: elettrodomestici dismessi, materiali di ferro e plastica, capoletti di bandone, immondezza di ogni genere. Ci sono voluti un paio d’anni solo per ripulire e conferire in discarica quintali di robaccia. Oltre ad abbattere alberi ammalati e districarsi tra cespugli e vegetazione parassita”.

Un tempo – il cronista lo ricorda perfettamente – gli orti di via Pinturicchio erano curati dai residenti che ne traevano frutta e verdura per il consumo familiare. La costa, tagliata a gradoni, era divisa in piccoli orti, retti da muretti a secco. Qui dominava la pianta del rosmarino e non è un caso che l’originale nome di via Pinturicchio fosse “via del Ramerino”. Che non ha nulla  a che fare col rame, ma col “tresmarino”, che a Perugia era in antico “ramerino”, alterazione popolare di “rosmarino e ramo”. Quello che da noi si chiama “zecca de tresmarino/ramerino” è il “rametto di rosmarino”. Che qui abbondava verde e rigoglioso.

Ora – dopo decenni di abbandono – questo è diventato un posto ameno: fiori, colture di ortaggi, luogo di accoglienza a ingresso libero, alberi curati, sentieri ripuliti. Se ti serve un cesto d’insalata, lo prendi, o te lo fai dare da chi è di turno, e lasci un’offerta nella scatola di cartone all’ingresso. È un luogo bello, antico, con gli splendidi e robusti contrafforti: quei muraglioni sui quali poggiava la fortezza del Monmaggiore, poi demolita dalla furia perugina, ansiosa di libertà dal giogo papalino. Strutture titaniche per  reggere, tuttora, la sovrastante piazza Rossi Scotti. Tra i rientri dei contrafforti sono celle tamponate, piccoli magazzini per attrezzi e contenitori, legna delle tante piante tagliate. Prima ci albergavano, specie in estate, persone in difficoltà e balordi.

Un cunicolo – lo vediamo un po’ in alto – dovrebbe portare sotto la città: si dice fino a piazza d’Armi. Ma è sbarrato. I pionieri di Orto Sole sono partiti mettendo insieme qualche offerta e poi si è trattato di lavoro volontario. E la gente si è affezionata. Parlo con un noto antropologo che vive in zona, dice: “Sono andato a prendere un po’ di verdura, fresca, buonissima”. Perché non facciamo come lui?

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