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Cronaca

Dopo sei anni, chiude l’esperienza Orto Sole. Quel luogo tornerà regno di sterpi e immondezze

I soci fanno sapere che abbandoneranno l’orto-giardino di via delle Prome. E non sarà un bene.

Dopo sei anni, chiude l’esperienza Orto Sole. Quel luogo tornerà regno di sterpi e immondezze. È stata un’esperienza esaltante. Bella per gli occhi e per il cuore. Specie per chi, come l’Inviato Cittadino, ha conosciuto alcuni degli anziani (di ieri) che tenevano quella scarpata come un giardino. Riconducendo ad unità l’impegno e l’esercizio fisico col piacere di mangiare un ortaggio autoprodotto. Dopo anni di abbandono e degrado, quel luogo era tornato ad assumere un aspetto pulito, ordinato,
dignitoso. Colture, stradelli, angoli curati. Grazie all’Associazione orto Sole, degna della classica “apertura” capitiniana. Oggi i soci fanno sapere che abbandoneranno l’orto-giardino di via delle Prome. E non sarà un bene.

Molte le ragioni che hanno contribuito alla sofferta decisione. In primis il grande impegno richiesto. Come si dice in perugino, “l’orto vòl l’omo morto”. Ossia esige un impegno elevato e costante che non tutti sono in grado di dare. Poi i soci parlano chiaramente di “progetto che non è mai decollato per la costante assenza di fondi che ci ha costretto negli anni a dover anticipare soldi e a dover sollecitare sempre l’aiuto della comunità”.

Questione non da poco anche “la scomparsa di Gianfranco, grande lavoratore, che con la sua disponibilità ci permetteva di usufruire di un luogo sempre pulito e aperto a tutti”. Non ultima “l’inciviltà di chi ancora oggi continua a gettare spazzatura dal belvedere di Porta Sole, nonostante l'installazione delle videocamere, risultate inutili, visto che la denuncia effettuata quest'estate è stata archiviata, nonostante dagli atti siano visibili i soggetti che hanno compiuto il gesto vandalico”.

Insomma, è prevalso lo scoramento. Sono venute meno le ragioni che imponevano una partecipazione intrisa di spirito ecologico, idealità, amore per la città. La vita, si sa, richiede concretezza e gli idealismi vengono spesso sconfitti dal dovere della quotidianità e dalla necessità di tirare la carretta. Tutto questo è molto triste. Dovremo rassegnarci a vedere quella zona in mortificante degrado. Com’era fino a qualche anno fa. Quando, dal belvedere, era proprio… un bruttissimo vedere.

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