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Cronaca

La proposta - Intitolare la rotatoria di viale Centova a una delle più grandi giornaliste e scrittrici italiane

L’associazione della peruginità presenta l’istanza allegando un accurato dossier che ricapitola le esperienze biografiche e professionali di questa prestigiosa figura di intellettuale

L’Accademia del Dónca scrive al dottor Bonifacio e alla Commissione toponomastica, avanzando la proposta di intitolare alla scrittrice e giornalista Oriana Fallaci la Rotatoria alla fine di Viale Centova. L’associazione della peruginità presenta l’istanza allegando un accurato dossier che ricapitola le esperienze biografiche e professionali di questa prestigiosa figura di intellettuale.

Ne ricorda l’attiva partecipazione alla Resistenza, la storia antifascista, in coerenza con l’educazione familiare: quando si unì alle Brigate Giustizia e Libertà, formazioni partigiane del Partito d'Azione, vivendo in prima persona le fasi drammatiche della guerra.

Viene quindi toccato il percorso professionale di giornalista: dopo la gavetta in testate minori, il lavoro per “L'Europeo”. Poi il suo primo libro, “I sette peccati di Hollywood”, prefazionato dal regista e attore Orson Welles. Quindi i reportage di spicco: “Il sesso inutile”, sulla condizione della donna in Oriente, lavoro che poi diventò il suo primo e vero successo editoriale.

Senza dimenticare le storiche interviste  a re Husseyn di Giordania, Võ Nguyên Giáp, Pietro Nenni, Giulio Andreotti, Giorgio Amendola, l'arcivescovo Makarios, il citato Alekos Panagulis, Nguyễn Cao Kỳ, Yasser Arafat, Mohammad Reza Pahlavi, Hailé Selassié, Henry Kissinger, Walter Cronkite, Federico Fellini, Indira Gandhi, Golda Meir, Nguyễn Văn Thiệu, Zulfiqar Ali Bhutto, Deng Xiaoping, Willy Brandt, Sean Connery, Mu'ammar Gheddafi e l'ayatollah Khomeini (col bailamme che ne seguì).

Quindi le discusse posizioni sul dopo 11 Settembre. Quando la Fallaci denunciò la decadenza della civiltà occidentale, minacciata dal fondamentalismo islamico e incapace di difendersi. Poi  le perplessità rispetto alla guerra d'Iraq del 2003 e i dubbi sulla “pax americana”, con le critiche ai responsabili delle torture nella prigione di Abu Ghraib.

Pur professandosi (ne “La forza della ragione") “atea-cristiana", espresse pubblicamente la propria ammirazione verso papa Benedetto XVI, di cui apprezzava, oltre che la visione critica sull'Islam, la volontà di non voler convertire gli atei come lei.

Nel marzo 2005 il quotidiano “Libero” lanciò una raccolta di firme, affinché il Presidente della Repubblica conferisse alla Fallaci il titolo di senatrice a vita. Vennero raccolte oltre 75.000 firme. La Fallaci morì a Firenze il 15 settembre 2006 all’età di 77 anni. È sepolta nel cimitero degli Allori, a Firenze, nel quartiere del Galluzzo, nella tomba di famiglia accanto a un cippo commemorativo di Alekos Panagulis, suo compagno di vita.

Con la bara sono stati sepolti una copia del “Corriere della Sera”, tre rose gialle e un Fiorino d'Oro, premio che la città di Firenze non aveva voluto conferirle, e provocatoriamente donatole dal regista amico Franco Zeffirelli. Per sua espressa volontà, larga parte del suo grande patrimonio librario è stato donato, insieme con altri cimeli (come lo zaino usato in Vietnam), alla Pontificia Università Lateranense di Roma, il cui rettore era allora monsignor Rino Fisichella, amico personale della scrittrice, che le stette vicino in punto di morte.

Per quanto sopra riferito, sembra opportuna e condivisibile la richiesta di intitolare la Rotatoria ad Oriana Fallaci, consegnando alla memoria collettiva della città di Perugia un pezzo della storia civile e culturale della Nazione. Il consigliere Carmine Camicia, componente della Commissione toponomastica, garantisce il suo pieno sostegno alla proposta. 

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