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Cronaca

Perugia per tutti: dopo lo sfratto, finalmente gli ortodossi hanno una chiesa dove pregare e ritrovarsi

Finalmente le fedeli ucraine hanno trovato casa. Allontanate dall’Oasi di Sant’Antonio, accolte per un paio di settimane in cattedrale, si sono accasate all’Oratorio del Santissimo crocifisso della chiesa di Santa Maria Nuova, tra l’Arco dei Tei, via del Roscetto e via Pinturicchio. Non è stata un’operazione facile, anche perché sono ormai diverse le chiese concesse in comodato gratuito ad altre confessioni religiose: da San Fiorenzo, a San Matteo degli Armeni e diverse altre.

Ma è certo che, specie in Centro, causa lo spopolamento progressivo dell’acropoli, non sono poche le chiese in cui non si celebra. Una per tutte, la splendida chiesa del Carmine, con la porta sbarrata da parecchi anni. Le ucraine vengono dunque accolte nell’oratorio di Santa Maria Nuova il sabato dalle 14:30 alle 17.

La concessione è dovuta all’interessamento del vescovo ausiliare monsignor Paolo Giulietti, con la disponibilità del canonico don Mario Stefanoni, rettore della splendida chiesa di Porta Pesa e dintorni. “Se necessario – dice il canonico confessore – potranno valersi anche della chiesa, in occasioni  speciali, come la loro Pasqua, in cui confluiscono fedeli da tutta la regione”  Il loro sacerdote, padre Vassilji, ha gradito la concessione che, almeno provvisoriamente, avrà la durata di un anno. Ma non è escluso che gli ortodossi possano restare più a lungo in questa  sistemazione. Sempre che i rapporti siano improntati a correttezza e reciproco rispetto, come fino ad oggi è stato.

L’esigenza dei fedeli – soprattutto donne, principalmente dedite al badantato – era quella di appoggiarsi a una chiesa abbastanza centrale e adeguatamente raggiungibile coi mezzi pubblici. Sono state pienamente accontentate. In una dimensione fraterna e solidale.

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