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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Dall'abbandono al recupero: un'opera (forse) del grande Maestro Burri torna alla luce

Avevano gettato da una parte, tra le erbacce, un’opera (probabilmente) di Burri. Ora, nel centenario, casualmente esce fuori e viene recuperata. Nella piazzetta del Melo, dove sta il Post, era stato compiuto un vero scempio

Avevano gettato da una parte, tra le erbacce, un’opera (probabilmente) di Burri. Ora, nel centenario, casualmente esce fuori e viene recuperata. Nella piazzetta del Melo, dove sta il Post, era stato compiuto un vero scempio. Difatti qui era stata dismessa l’unica cannellina della città ad avere un fusto in granito, all’interno del quale correva il tubo di alimentazione. Il bulbo giaceva, buttato da una parte, sul muro perimetrale.

Al suo posto era stato realizzato un “nastro di moebius” poi, a sua volta, eliminato per far posto alla attuale fontana interattiva iper tecnologica.In ogni modo, quel manufatto è restato per anni in balìa di chiunque volesse appropriarsene: tra le erbacce e il parcheggio interno, senza che nessuno lo degnasse di uno sguardo.

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Ora, su richiesta di qualcuno, quel bulbo è stato recuperato e c’è chi si è accorto che si tratterebbe di un’opera di Burri. Qualcuno sostiene che ci sia, nella parte inferiore, la firma riconoscibile del Maestro.

Sta di fatto che il Comune di Perugia l’ha consegnata a un marmista per la ripulitura e il restauro di qualche particolare danneggiato o mancante. Quindi l’opera è stata affidata all’associazione di quartiere Porta Pesa e Borgo Sant’Antonio ed è stata collocata nello slargo di fronte ai bagni pubblici (sempre chiusi, dopo il licenziamento del portiere di quartiere, il rumeno Konstantin). Ed è una fortuna averlo recuperato. Per caso, così come accadono alcuni ritrovamenti archeologici.

Posto che le cose stiano veramente così e che l’opera sia autentica, restano alcune perplessità sulle modalità in cui il bulbo è stato realizzato per il Comune. Sono noti i non eccellenti rapporti di Burri con le amministrazioni. Sul Grande Nero, l’autore ebbe ripensamenti e perplessità, fin quasi a ritornare sulla decisione. Poi, in conclusione, l’operazione andò a buon fine.

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Nel caso del bulbo del Post, c’è da ritenere che sia stato realizzato nel periodo in cui alla guida dell’amministrazione c’era un personaggio vicino al maestro e suo concittadino. Forse questo spiegherebbe parecchie cose. Anche il medico e artista Lorenzo Fonda (che fu amico, medico e sodale di Burri) non nega del tutto l’ipotesi. Giustificando l’eventuale assenza della firma (che, a dire di altri, ci sarebbe in forma di sigla) con l’ipotesi che Burri potrebbe aver buttato giù uno schizzo, forse a cena col sindaco dell’epoca. A seguire,  qualcun altro, fondandosi su quella semplice indicazione, potrebbe averlo realizzato.

Agli esperti il compito di indagare e chiarire. A noi perugini interessa che l’opera sia tornata fruibile. Ed efficiente. Se è vero che oggi funziona da beverino al servizio di chi passa dalle parti della Pesa. Un bel recupero – anche se involontario – nell’anno del centenario

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