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Cronaca Umbertide

Boscaiolo uccide l'amico a coltellate, un anno dopo si torna in aula per il delitto di Umbertide

La lite in casa per gelosia, l'aggressione con un mattarello e il ferimento di una donna al centro della vicenda giudiziaria per l'assassinio in via Roma

Un anno fa Umbertide si risvegliava su tutti i mezzi di informazione per un omicidio avvenuto nella notte. Hassane Bouskour, 42 anni, aveva ucciso Abdeltif Hachiche, 35 anni, al culmine di una lite nata per gelosia e rinfocolata dall’alcol, ma nella quale ha avuto una sua parte anche la droga. Un omicidio compiuto con un coltello, un mattarello e le mani nude. Il 28 ottobre si torna davantia lla Corte d’assise per il processo disposto con giudizio immediato.

Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre del 2020, in via Roma, Hassane Bouskour, boscaiolo e bracciante agricolo, avrebbe ucciso l’amico Abdeltif Hachiche. “Legittima difesa” avrebbe detto l’uomo, difeso dall’avvocato Franco Libori, ai Carabinieri che lo avevano arrestato. Due ore dopo il fatto il suo tasso alcolemico era ancora di 0,97 g/l. L’appartamento era distrutto e la compagna dell’imputato ferita alla testa a seguito di una bottigliata. La vittima, invece, era morta, secondo il medico legale Sergio Scalise Pantuso, pe run unico colpo mortale, una coltellata al petto; altri fendenti mortali erano riscontrati sulla schiena, segno che la vittima stesse provando a scappare. Sul luogo del delitto veniva sequestrato un grosso coltello da cucina e un mattarello, entrambi sporchi di sangue.

L’imputato ha affermato di essere stato aggredito dalla vittima con un portaombrelli. L’amico si trovava nell’appartamento come ospite da un paio di giorni. Secondo una prima ricostruzione, sulla base della dichiarazione dell’indagato e dei rilievi effettuati dai Carabinieri, i due uomini e la donna si trovavano in casa dell’arrestato da primo pomeriggio di ieri, in compagnia di altre persone. Avrebbero bevuto per tutto il pomeriggio, finché verso mezzanotte, la vittima avrebbe iniziato a fare apprezzamenti e avance alla donna, fino ad abbarcciarla. L’arrestato, convivente con la stessa, non avrebbe gradito. I due avrebbero iniziato a litigare, lanciandosi piatti e bicchieri addosso. Tutti i partecipanti alla serata sarebbero andati via.

Secondo l’arrestato, solo grazie all’intervento di un cugino, sarebbe riuscito a cacciare di casa l’altro, che peraltro era ospite da alcuni giorni proprio del suo assassino. Non contento, però, l’uomo cacciato di casa si sarebbe ripresentato davanti alla porta, armato di un portaombrelli. Bussando e urlando avrebbe preteso di rientrare in casa. E quando si è avvicinato alle finestre aperte, al primo piano, l’arrestato si sarebbe convinto ad aprire la porta.

A quel punto i due avrebbero iniziato a colpirsi a vicenda: uno con l’oggetto di ferro che impugnava, l’altro con un coltello da cucina. Che i due abbiano litigato lo dimostra il sangue sparso ovunque per l’appartamento, le ferite mortali e quelle medicate al presunto assassino: punti di sutura ad una mano e diverse contusioni al costato.

A quel punto l’indagato sarebbe uscito per chiedere ad un’amica di chiamare il 118. Ai Carabinieri, però, risulta una chiamata della convivente, nel corso della quale si sarebbe accusata dell’omicidio. Salvo poi ritrattare davanti al militari. Anche la donna ha riportato delle lesioni, forse cercando di dividere i due litiganti. L’imputato prima di colpirla al capo con una bottigliata e col coltello l'avrebbe insultata.

Nel racconto dell’uomo, quando è rientrato in casa, però, non avrebbe più trovato il corpo del rivale. L’uomo ha avuto la forza di strisciare fino in bagno, chiudervisi dentro e morire lì. Le tracce della lite sono state trovate anche all'esterno dell'abitazione.

Tutti elementi che dovranno passare il vaglio della Corte d’assise del Tribunale di Perugia il prossimo 28 ottobre.

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