rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Umbertide

Omicidio di Umbertide - "L'ho ucciso io, ma aveva molestato la mia donna e voleva ammazzarmi. Mi sono difeso"

L'imputato ha risposto alle domande di pm e difesa davanti alla Corte d'assise di Perugia e ha confermato di aver agito per legittima difesa. Il mistero della telefonata e del cellulare sporco di sangue

“L’ho ucciso io, ma è stato per legittima difesa”. Hassane Bouskour, 42 anni, boscaiolo, ha confermato davanti alla Corte d’assise di Perugia di aver colpito e ucciso Abdeltif Hachiche, 35 anni. L’omicidio è avvenuto ad Umbertide, in via Roma, il 18 ottobre del 2020.

“Era ospite a casa da qualche giorno, ma si comportava male e quando ha abbracciato la mia donna ho perso la testa, volevo buttarlo fuori casa e abbiamo iniziato a litigare” ha detto ancora l’imputato, difeso dall’avvocato Franco Libori, al presidente della corte, il giudice Carla Giangamboni. Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, infatti, i due uomini e la donna si trovavano in casa dell’imputato, in compagnia di altre persone. Nel corso della giornata avrebbero bevuto (diverse ore dopo i fatti il tasso alcolemico dell’uomo era ancora molto alto) e scherzato, finché verso mezzanotte, rimasti solo in tre, la vittima avrebbe iniziato a fare apprezzamenti e avance alla donna, cingendole i fianchi da dietro, in un abbraccio che il compagno della stessa non avrebbe gradito.

“Ci siamo tirati dei bicchieri, ma senza ferirci. Allora gli ho detto di prendere le sue cose e di andarsene da casa nostra. Lo avevo ospitato pur non conoscendolo molto bene. Lui però non voleva andare via, così sono andato a cercare mio cugino per farmi aiutare”. Nel corso dell’udienza è anche emerso che i due si conoscevano da tempo. Avevano avuto qualche affare in comune, legato alla droga e che l’anno precedente avevano litigato ferocemente.

“Tornato a casa ho detto nuovamente ad Abdeltif di andare via, ho preso la sua riba e l’ho portata fuori di casa, mettendola su una panchina assieme a delle coperte”.

A quel punto la vittima sarebbe tornata indietro “e ha preso a bussare violentemente alla porta gridando che voleva rientrare per uccidermi – ha proseguito nella deposizione l’imputato - Aveva in mano uno strumento metallico grande, ma non so cosa fosse. Prima di aprire la porta ho preso un coltello in cucina per difendermi perché l’ho visto che si aggirava attorno alla finestra al primo piano”.

Sulla base dei rilievi dei Carabinieri la vittima si sarebbe presentato con un portaombrelli di metallo. A quel punto i due avrebbero iniziato a colpirsi a vicenda: uno con l’oggetto di ferro che impugnava, l’altro con un coltello da cucina. Che i due abbiano litigato lo dimostra il sangue sparso ovunque per l’appartamento, le ferite mortali e quelle medicate al presunto assassino: punti di sutura ad una mano e diverse contusioni al costato.

Alla fine l’imputato avrebbe colpito la vittima con almeno due colpi mortali e una volta caduto a terra avrebbe continuato a colpirlo con il mattarello (sequestrato dei Carabinieri, tutto insanguinato). Solo a quel punto l’indagato sarebbe uscito per chiedere ad un’amica di chiamare il 118. Ai Carabinieri, però, risulta una chiamata della convivente, nel corso della quale si sarebbe accusata dell’omicidio. Salvo poi ritrattare davanti al militari.

Una volta rientrato in casa, l’imputato avrebbe trovato la compagna seduta per terra ubriaca e il corpo della vittima in bagno. L’uomo avrebbe avuto la forza di strisciare fino in bagno, chiudervisi dentro e morire lì. Le tracce della lite sono state trovate anche all'esterno dell'abitazione.

Agli investigatori che gli chiedono come mai il cellulare della vittima fosse sporco di sangue, visto che era nella busta dei vestiti messa sulla panchina prima della lite, l’imputato ha risposto che “il cellulare lo ho messo io nella busta dopo”.

Sulla telefonata al 118 o ai Carabinieri, l’imputato ha affermato di non ricordare né di sapere perché la compagna si fosse accusata del delitto o perché avesse poi ritrattato, ma che pur avendo detto “che era una p…, non l’ho mai colpita perché non aveva allontanato l’uomo che l’abbracciava né di averla costretta ad accusarsi del delitto”.

L’udienza è stata aggiornata al 25 novembre quando saranno sentiti altri testimoni.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Omicidio di Umbertide - "L'ho ucciso io, ma aveva molestato la mia donna e voleva ammazzarmi. Mi sono difeso"

PerugiaToday è in caricamento