Tragedia a Città di Castello, poliziotto spara alla moglie e poi si toglie la vita

Un gesto che arriva a soli due giorni dalla festa dell’8 marzo. Lui, poliziotto 41enne, ha aspettato che la moglie facesse rientro a casa e poi le ha sparato un colpo con il suo fucile a pompa, uccidendola senza lasciarle scampo. Infine ha rivolto l’arma contro se stesso e si è tolto la vita. Vittime di questo omicidio – suicidio, questa la prima ipotesi, sono un Juri Nardi poliziotto di 41 anni e la moglie Laura Arcaleni di 40, entrambi senza figli e residenti a Città di Castello. 

Ricostruzione – Si cerca di fare chiarezza su quanto accaduto, ma al momento la prima l’ipotesi che si possa trattare di un omicidio-suicidio sembra quasi certa. A trovare marito e moglie ormai privi di vita il socio di lei, che ha scalvato la recinzione pensando si fosse verificato un furto. Poi l’amara scoperta. Immediato l’allarme al 113. Sul posto sono intervenuti il personale del commissariato di Città di Castello e della questura di Perugia. Con loro anche il magistrato di turno Manuela Comodi. 

Movente - Tra le ipotesi si pensa che ad aver provocato il gesto estremo possa essere stata la gelosia per una relazione (la coppia non aveva figli) ormai quasi finita.  L'agente lavorava ormai da anni a Città di Castello e attualmente era alle Volanti. Era reduce dal turno di notte. L'uomo deteneva regolarmente il fucile a pompa di grosso calibro con il quale - ritengono gli investigatori - ha prima sparato alla moglie e poi a se stesso. Per spiegare un simile gesto sembra abbia lasciato un biglietto con una sorta di addio.

La donna era molto conosciuta nel centro umbro. Figlia del presidente della banda musicale locale aveva fatto a lungo volontariato con la Croce rossa. Poi il nuovo progetto di aprire a Uppiano una comunità per il recupero dei minori.