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Cronaca Ramazzano

Omicidio Rosi, presi i presunti responsabili: il capolavoro dell'Arma

Gli uomini del Comandante Angelo Cuneo hanno sgominato la banda utilizzando le tecniche tradizionali investigative sul campo e solo dopo si sono avvalsi della tecnologia per il Dna

Incesurati, cambiavano schede telefoniche continuamente, probabilmente le armi sono state gettate in Romania e hanno utilizzato sempre guanti e passamontagna per non lasciare tracce, ma la loro perversione per sesso e armi li ha traditi.

Ma il merito maggiore per la cattura dei due romeni I. G. e A. R. va agli uomini dell'Arma di Perugia che hanno svolto un lungo lavoro di investigazione sul campo e solo dopo hanno utilizzato le moderne tecniche della scientifica per confermare testimonianze e identikit dei rapinatori.

Infatti, venerdì mattina, è stato proprio il comandante dei carabinieri, Cuneo, ad informare i genitori di Luca del fermo dei presunti killer ed il padre, Bruno Rosi si è limitato a poche dichiarazioni sul momento che la famiglia sta vivendo.

Tornando a noi, la scoperta del covo umbro dei banditi è stata fondamentale: perchè in quell'appartamento, al quale si è risaliti grazie all'intuito di un carabiniere che opera sul territorio, vi era il super-testimone. Una donna romena, che conosceva gli uomini della banda.
 
Inoltre, sono state trovate tracce di dna che hanno fatto superare l'handicap di cercare due incesurati: dei fantasmi fino agli ultimi risvolti delle indagini, anche se si cerca un'altra persona, attualmente introvabile.
 
Il dna di I. G. era lo stesso estratto dallo sperma dopo la violenza alla villa di Resina: ma anche lo stesso sulla scarpa lasciata dal rapinatore durante la fuga dalla tentata rapina di Bastia avvenuta a giugno dello scorso anno.
 
Il dna, prima, ha confermato nome e volto del super-testimone e poi del basista catturato recentemente. Inoltre piazzando I.G. sulla scena della rapina a Resina si è potuto confrontare anche la pistola rubata con quella che ha sparato i colpi mortali sul povero Luca Rosi. Stessa arma? I Carabinieri si limitano a dire compatibile. E vuol dire molto.
 
Gli investigatori non hanno più mollato la presa sui due banditi anche durante la loro latitanza in Romania. Un blitz all'estero era stato preso in considerazione, poi però I. G. ha deciso di ritornare in Italia utilizzando il più classico furgone delle badanti che fa tappa in tutto il paese.
 
Da qui la retata, con due carabinieri in borghese, che al confine con la Slovenia sono entrati in azione, senza clamore ma rendendo giustizia ai rapinati e alla famiglia di Luca. Ora la caccia continua: manca il terzo uomo della banda

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