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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio Polizzi, i Menenti sul banco degli imputati: non si salva Valerio

Il 18 dicembre udienza davanti al Gup. La Procura chiederà il rinvio a giudizio sia per Riccardo Menenti (il padre che ha ammesso di aver picchiato Alessandro) che per il figlio Valerio. "E' lui e solo lui il mandante"

Anche per Valerio Menenti la Procura di Perugia chiederà il rinvio a giudizio, e quindi il processo, per l'omicidio di Alessandro Polizzi e il ferimento di Julia Tosti. Le ammissioni - "ma non volevo uccidere" - del padre Riccardo non sono state ritenute sufficienti per scagionare il giovane che resta il presunto mandante di un omicidio barbaro avvenuto in via Ricci a Perugia. La richiesta di rinvio a giudizio sarà formalizzata il prossimo 18 dicembre quando sarà aperta l'udienza preliminare davanti al Gup. In aula intendono costituirsi parte civile la Tosti e i familiari di Polizzi, rappresentati dagli avvocati Luca Maori, Donatella Donati, Giovanni Rondini e Nadia Trappolini.

LE ACCUSE - Riccardo Menenti è ritenuto dall'accusa l'esecutore dell'aggressione mentre il figlio Valerio sarebbe il mandante. Polizzi venne ucciso nel marzo scorso in un'abitazione di via Ettore Ricci mentre si trovava con la Tosti. Padre e figlio vennero poi arrestati dalla squadre mobile perugina diretta da Marco Chiacchiera.

LE AMMISSIONI - Riccardo Menenti ha ammesso a più riprese di essere andato quella notte nella casa di via Ricci per dare una lezione a Polizzi che aveva, in una lite, rotto il naso al figlio. Quest'ultimo non avrebbe saputo nulla e non avrebbe dato la chiave del portone del palazzo che aveva tenuto per sè anche dopo la fine della storia con Julia Tosti. Menente ha spiegato di aver aperto il portone con una sbarra fatta ritrovare agli inquirenti. Ma sul portone non c'è nessun segno di forzatura. Da qui la conferma dell'accusa di Valerio come mandante.

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