Omicidio Polizzi, Julia e il suo incubo: "Valerio provò a darmi fuoco con l'alcol"

Le lacrime scendono solo una volta dagli occhi di quella ragazza che ha vissuto sulla propria pella uno dei peggiori incubi. Lei è il testimone chiave del processo contro Riccardo e Valerio Menenti, padre e figlio, accusati di aver ucciso Alessandro Polizzi. 

Julia Tosti, fidanzata della vittima, ricorda, infatti, perfettamente ogni singolo attimo di quella notte e dei giorni precedenti. Ma è la violenza di Valerio, suo ex fidanzato, a far sobbalzare più volte i genitori di Julia che, forse, non immaginavano la brutalità che era stata costretta a subire la loro figlia durante la relazione con Menenti.

“Mi ha picchiato più di una volta”, dichiara Julia, rispondendo alla domanda del pm Antonella Duchini. Ma è proprio a seguito dell’ennesima lite che la giovane stringe un rapporto più intimo con il suo Alessandro. “Era una domenica mattina, accompagnai Valerio a casa dopo una furente litigata. Avevo il viso pieno di sangue. Una volta lasciato vicino alla sua abitazione, mi si è fermata l’auto nei pressi di un passaggio a livello. Non sapendo chi chiamare, ho pensato di chiedere aiuto ad Alessandro che abitava non molto distante dalla zone in cui mi trovavo”.

Il giovane Polizzi si precipitò immediatamente ad aiutare quella che poi sarebbe divenuta la sua compagna. Passarono la domenica insieme e infine la riaccompagnò a prendere l’auto. Ma è da quel giorno che tutto muta. Valerio, come racconta la testimone in aula, il giorno dopo, a seguito di numerose telefonate, raggiunge la giovane a casa sua. I due litigano per l’ennesima volta. Scendono le scale del palazzo di via Ettore Ricci, lo stesso dove si è consumato il delitto, ed è qui che Alessandro vede Valerio spintonare Julia. 

La  vittima si era, infatti, recata a casa della ragazza per accettarsi che il giovane tatuatore non alzasse più un dito nei confronti della ex fidanzata. È  questa la prima aggressione che subisce di fatto Valerio Menenti.Julia è ormai sicura. 

Non vuole più alcun rapporto con quel ragazzo che a ogni scatto di ira le tira calci e pugni, lo stesso con cui ogni giorno sniffa cocaina. Una droga che prima di conoscere Valerio non aveva mai provato. Racconta di lui che la costringeva ad andare a comprare la sostanza stupefacente in via Settevalli, “altrimenti erano botte”. Fa i nomi degli spacciatori e racconta dei debiti del suo ex ragazzo che, nonostante guadagnasse bene, spendeva tutto in droga. 

Ma quella violenza pare abbia radici ben più profonde. Julia dice, infatti, di aver visto Riccardo Menenti picchiare brutalmente la moglie. E di aver sentito lei minacciarlo. La Tosti riferisci anche di quando Valerio tentò di darle fuoco con dell’alcool etilico. Ma il pm, Antonella Duchini, cerca di concentrare l’attenzione sugli attriti tra Alessandro e Valerio. “Dopo l’aggressione in via Ettore Ricci – spiega Julia – ce ne furono altre due. Una al Red Zone e l’altra al Rework. Nel primo caso Valerio mi chiamò dicendo che aveva squarciato le gomme della mia auto. Sentendo la telefonata Alessandro decise di raggiungerlo ed è qui che vi fu la seconda aggressione. L’ultima poco prima dell’omicidio, avvenne al Rework. Valerio Menenti mi chiamò la stessa sera e mi disse di raggiungerlo al Little Prince chiedendomi: ‘vieni a vedere cosa mi ha fatto il tuo amichetto’. Io andai e spaccò una bottiglia minacciandomi”.

“Sempre nell’arco della nottata - racconta Julia in aula - Valerio si introdusse in casa mia, nascondendosi. Mi puntò un coltello alla gola, intimandomi a testimoniare in suo favore”. Poi segue la notte dell’omicidio. E il racconta della nottata in cui Alessandro venne ucciso, secondo l’Accusa, da Riccardo Menenti con la pistola del nonno illegalmente detenuta e che venne ritrovata sotto un tavolo all'entrata dell'appartamento.