rotate-mobile
Cronaca Madonna Alta / Via Ettore Ricci

Omicidio Polizzi: "Per colpire Alessandro e Julia non venne usato il piede di porco"

Si entra nella fase finale del processo. Entro l'estare la sentenzaFase che darà risposta a ciò che è accaduto in quella drammatica notte in cui Alessandro Polizzi perse la vita e Julia Tosti venne gravemente ferita

Chiusa la fase istruttoria. Il processo sull’omicidio di Alessandro Polizzi si avvia verso la fine. Il 30 maggio è attesa la requisitoria dei pubblico ministero Antonella Duchini e Gemma Miliani che si dovrebbe protrarre anche nell’udienza che si terrà il 2 aprile. Sempre più vicina la data della sentenza, durante la quale si scoprirà se per il collegio presieduto dal giudice Mautone, Riccardo Menenti ha volontariamente ucciso il giovane Polizzi, spinto dalla richiesta del figlio Valerio, accusato di concorso morale. 

Oggi, 16 marzo, acceso scontro in aula tra Accusa e Difesa. I legali dei due imputati hanno chiesto l’annullamento di una parte delle analisi effettuate sulla scena del crimine da parte della Polizia Scientifica, perché consegnate senza avere informato la difesa sull’esame in questione e depositate in Procura solo in data 6 marzo 2015. A pronunciarsi in merito, dopo una breve camera di consiglio durata appena dieci minuti, il Collegio che ha rigettato la richiesta della difesa, ritenendo “che la relazione tecnica costituisce acquisizione originale di attività effettuata in continuazione alla precedente”.

Mostrati in aula anche la pistola e il piede di porco. Ma è proprio quest’ultimo a far sollevare i dubbi dell’Accusa. Secondo, infatti, il pm Antonella Duchini quella non sarebbe l’arma con cui Riccardo Menenti avrebbe colpito i giovani indifesi, ferendo loro brutalmente. In base ai testimoni oculari di quella tragica notte, l’imputato sarebbe stato visto con un oggetto scintillante in mano. Impossibile, quindi, per l’Accusa, che si possa trattare del vecchio piede di porco arrugginito. Perché mai allora Riccardo Menenti avrebbe mentito il primo ottobre del 2013 con una dichiarazione spontanea, facendo lui stesso trovare l’arma in un secchio abbandonato e situato nel casale di Todi?

In base alla dichiarazione resa dal padre di Valerio, l’uomo avrebbe usato proprio quell’oggetto per riuscire a entrare nel palazzo in cui Julia Tosti e il fidanzato Alessandro convivevano. Nessuna chiave, a detta dell’uomo, era in suo possesso. Un modo questo per scagionare il figlio? A deciderlo sarà il Collegio che comunque oggi ha respinto la richiesta della Difesa di pesare l’”arma”. Il presidente Mautone ha inoltre ritenuto di non dovere procedere con un confronto dei consulenti delle parti e di non effettuare un’ulteriore perizia. Si chiude così la fase istruttoria. Si entra nella fase finale del processo. Fase che darà risposta a ciò che accadde in quella drammatica notte in cui Alessandro Polizzi perse la vita e Julia Tosti venne gravemente ferita. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Omicidio Polizzi: "Per colpire Alessandro e Julia non venne usato il piede di porco"

PerugiaToday è in caricamento