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Cronaca

Caso Meredith: Amanda non esclude il rientro in Italia per il processo

Arrivano da Seattle le dichiarazioni a margine della presentazione del libro autobiografico di Amanda Knox riguardo alla vicenda ancora non chiara del 'Caso Meredith'

Il Caso Meredith è stato spostato a Firenze ma a Perugia sarà difficile dimenticare il tutto, specie poi, quando dagli States arrivano come un eco le parole di Amanda Knox che in un'intervista a UsaToday racconta del suo libro in uscita e non esclude di poter tornare per il processo proprio davanti ai giudici per ribadire la sua innocenza.

"I miei avvocati mi hanno detto che non sono tenuta e che non ce n'è bisogno. Lo sto ancora valutando, a dire il vero. Non è una decisione facile - ha sottolineato la 25enne di Seattle - Ma è anche importante per me di dire 'questo non è qualcosa che sta avvenendo lontano e che non conta per me', quindi, in qualche modo, sento che è importante per me di riuscire a far capire questo e se la mia presenza è necessaria per farlo capire, allora andrò".

Il caso è tutto da rifare visto che a fine marzo la Corte di Cassazione ha ordinato un nuovo processo per Amanda e per il suo ex fidanzato Raffaele Sollecito per l'omicidio della studentessa inglese avvenuto a Perugia nel novembre 2007.  La giovane americana è impegnata nella promozione della sua autobiografia "Waiting to be heard" (In attesa di essere ascoltata) che le ha fruttato un anticipo di quasi 4 milioni di dollari.

"Mi piacerebbe essere riconsiderata una persona: tutto quello che mi è accaduto è stato surreale, ma sarebbe potuto capitare a chiunque''. Il suo colloquio con la star della Abc Diane Sawyer sarà trasmesso integralmente martedì sera, ora della East Coast. Ma la rete ha diffuso alcune anticipazioni, in cui la giovane americana, capelli sciolti, trucco appena accennato, maglietta verde senza maniche, ricorda tra le lacrime la sua esperienza davanti la Corte di Perugia: "Ero nell'Aula del Tribunale quando mi hanno chiamata 'diavolo'. Voglio dire, una cosa è leggere certe cose sui media, un'altra sedere davanti alla Corte, mentre combatti per salvarti la vita e la gente ti chiama 'diavolo'. A tutti gli effetti - continua Amanda - a prescindere se fosse vero o no, io ero un'assassina. E ho dovuto convivere con l'idea che questa sarebbe stata la mia vita futura".

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