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Cronaca Fontivegge

Omicidio a Fontivegge: "Faccio un casino per la cocaina", poi l'aggressione, le coltellate e gli sputi

Dopo aver sferrato un fendente al torace di Mohamed Wertani, l'indagato Zouaoui Saber, in carcere dopo il fermo per la morte del connazionale, avrebbe "ripetutamente sputato sulla vittima caduta a terra, accompagnando il gesto con le parole "muori pezzi di m....a"

Dopo aver sferrato un fendente al torace di Mohamed Wertani, l'indagato Zouaoui Saber, in carcere dopo il fermo per la morte del connazionale, avrebbe "ripetutamente" sputato sulla vittima caduta a terra, accompagnando il gesto con le parole "muori pezzo di m....a". L'indagato, che nel corso dell'interrogatorio davanti al giudice Lidia Brutti ha ammesso i fatti (spiegando però di volersi solo difendere dall'aggressione), nega di aver infierito con un gesto tanto sprezzante.

Secondo la versione resa al gip, il coltello con cui è stata attinta la vittima non sarebbe stato suo, bensì dell'avversario. Lo avrebbe raccolto da terra, caduto di dosso a Wertani, per volerlo solo "spaventare" e che non si sarebbe neppure accorto di averlo colpito con l'arma. Una versione - scrive il giudice - "non verosimile e contrastante con la ricostruzione del testimone" ritenuto "attendibile".

Intanto, dopo la convalida del fermo, l'indagato resta in carcere. Per il gip non è verosimile neanche nel racconto in cui sostiene di essersi sbarazzato subito del coltello e di averlo recuperato soltanto il giorno dopo aver appreso della morte della vittima. L'arma del delitto è stata in fatti ritrovata all'interno di una cabina telefonica avvolta da un foglio di giornale, nei pressi della abitazione dove era andato a nascondersi dopo la notte di sangue di sabato scorso. 

Intanto la difesa dell'indagato, l'avvocato Vincenzo Bochicchio, ha chiesto che venga derubricata l'accusa da omicidio volontario a preteritenzionale, ma per il giudice "non emegono elementi idonei a contrastare la sussistenza del dolo d'impeto e consentire una derubricazione". Zouaoui, innervosito dal "contegno rumoroso del Wertani", arrivato sotto casa dell'omicida per acquistare una dose di cocaina - poi rifiutata dallo stesso indagato - avrebbe reagito ad una aggressione, sferrando "in preda all'ira" un violento colpo con un coltello "dalle caratteristiche micidiali". 

La sera del suo omicidio, Mohamed Wertani avrebbe chiamato un amico dicendogli che "si sarebbe recato da Saber intenzionato a fare un casino per la cocaina". Poi un sms al fratello della vittima da parte dell'amico per metterlo al corrente delle intenzioni del fratello. Lui, quella sera, a prendere la droga ci è andato veramente. Una dose negata, una parola di troppo urlata sotto casa, la lite e poi la tragedia.

A correre per chiamare il 118, è stato l'amico e testimone oculare del dramma di Wertani, che dopo il colpo sferrato dall'indagato avrebbe battuto anche il capo contro un'auto parcheggiata. L'avvocato Vincenzo Bochicchio (in foto)  spiega: "Attenderemo l'esito dell'autopsia per comprendere meglio cosa sia esattamente successo".  E annuncia già il riesame. 

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