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Cronaca Gubbio

Omicidio di Gubbio, la difesa gioca la carta della legittima difesa: "Gesto nato dalle violenze e dalle minacce"

L'anziana donna è accusata di aver ucciso il marito mentre dormiva: "Era andato a dormire e mi aveva detto: quando mi sveglio ti strangolo"

Sei anni e mezzo per aver ucciso il marito a coltellate mentre dormiva. È la sentenza emessa dalla Corte d’assise di Perugia nei confronti di Maria Grazia Fioriti, la donna che ha ucciso il marito Enzo Bei Angeloni con un coltello, colpendolo al torace e con alla base del collo il 27 marzo del 2019 a Gubbio.

Il caso torna adesso all’attenzione del giudice con il ricorso in appello, a pochi mesi dal compimento dell’80esimo anni di età per l’imputata e che potrebbe influire sul procedimento e sulla pena.

La donna, secondo quanto emerso dal processo di primo grado, avrebbe ucciso il marito perché esasperata dalle continue liti e dal comportamento dispotico dell’uomo. Era stata la stessa donna, assistita dagli avvocati Luigi Santioni e Claudio Fiorucci, a raccontare tutto al sostituto procuratore Manuela Comodi; di come dopo il pensionamento del marito la situazione familiare fosse peggiorata a causa dei continui litigi e dei rimproveri dell’uomo, costretto in casa anche per via di una malattia che lo costringeva ad utilizzare l’ossigeno gassoso, anche se continuava a fumare.

Nel corso dell’interrogatorio davanti al pubblico ministero Manuela Comodi la donna aveva confessato, spiegando anche le ragioni di quel gesto, raccontando delle botte anche quando era incinta, delle vessazioni di ogni tipo e di come lei non aveva mai pensato di “sfasciare la famiglia”.

Il giorno del delitto l’uomo si era coricato dopo l’ennesima lite, minacciando la donna che al suo risveglio l’avrebbe strangolata. A quel punto la moglie aveva atteso che l’uomo dormisse, era andata in cucina per prendere un coltello e poi colpito l’uomo.

Adesso l’udienza in appello per provare a far passare la legittima difesa.

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