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Cronaca Umbertide

Umbertide: ucciso a coltellate e con un mattarello, la lite per una donna finisce nel sangue

Arrestato un taglialegna di 42 anni per l'omicidio di un connazionale di 35 anni che ospitava in casa. Tra i due c'erano stati rapporti per spaccio e consumo di droga

Omicidio nella notte ad Umbertide al culmine di una lite tra due stranieri per la avance fatta ad una donna che era con loro e che conviveva con uno dei due.

Un uomo, tunisino, da cinque anni in Umbria dove lavora come taglialegna e raccoglitore di tabacco, incensurato, ha ucciso un connazionale con una serie di fendenti sferrati con un coltello da cucina, colpendolo al torace e alla schiena, per poi colpirlo ripetutamente, una volta caduto a terra, con un mattarello da cucina. L’uomo è stato arrestato da Carabinieri e portato al comando compagnia di Città di Castello per essere sentito a sommarie informazioni, in presenza dell’avvocato Dario Epifani, nominato d’ufficio.

Secondo una prima ricostruzione, sulla base della dichiarazione dell’indagato e dei rilievi effettuati dai Carabinieri, i due uomini e la donna si trovavano in casa dell’arrestato da primo pomeriggio di ieri, in compagnia di altre persone. Avrebbero bevuto per tutto il pomeriggio, finché verso mezzanotte, la vittima avrebbe iniziato a fare apprezzamenti e avance alla donna. L’arrestato, convivente con la stessa, non avrebbe gradito. I due avrebbero iniziato a litigare, lanciandosi piatti e bicchieri addosso. Tutti i partecipanti alla serata sarebbero andati via.

Secondo l’arrestato, solo grazie all’intervento di un cugino, sarebbe riuscito a cacciare di casa l’altro, che peraltro era ospite da alcuni giorni proprio del suo assassino. Non contento, però, l’uomo cacciato di casa si sarebbe ripresentato davanti alla porta, armato di un portaombrelli forse, o di un oggetto di metallo di grandi dimensioni. Bussando e urlando avrebbe preteso di rientrare in casa. E quando si è avvicinato alle finestre aperte, al primo piano, l’arrestato si sarebbe convinto ad aprire la porta.

A quel punto i due avrebbero iniziato a colpirsi a vicenda: uno con l’oggetto di ferro che impugnava, l’altro con un coltello da cucina. Che i due abbiano litigato lo dimostra il sangue sparso ovunque per l’appartamento, le ferite mortali e quelle medicate al presunto assassino: punti di sutura ad una mano e diverse contusioni al costato.

La lite sarebbe finita quando l’uomo armato di coltello avrebbe inferto alcuni colpi mortali all’avversario e una volta caduto a terra avrebbe continuato a colpirlo con il mattarello (sequestrato dei Carabinieri, tutto insanguinato). A quel punto l’indagato sarebbe uscito per chiedere ad un’amica di chiamare il 118 (nonostante si trovi in Italia da 5 anni dice di non comprendere né parlare l’italiano). Ai Carabinieri, però, risulta una chiamata della convivente, nel corso della quale si sarebbe accusata dell’omicidio. Salvo poi ritrattare davanti al militari. Anche la donna ha riportato delle lesioni, forse cercando di dividere i due litiganti.

Quando l’indagato è rientrato in casa, però, non ha trovato il corpo del rivale. L’uomo ha avuto la forza di strisciare fino in bagno, chiudervisi dentro e morire lì. Le tracce della lite sono state trovate anche all'esterno dell'abitazione in viale Roma.

Sentito dai Carabinieri, con l’ausilio di una interprete, l’uomo ha confermato la lite e anche di aver colpito l’avversario, ma di averlo fatto per legittima difesa. Secondo i militari e il sostituto procuratore Giuseppe Petrazzini, però, i rilievi nell’appartamento, il racconto della donna e quello dell’uomo mostrano discrepanze che solo nel prosieguo dell’indagine potranno essere chiariti.

Domani il medico legale Sergio Pantuso Scalise effettuerà l’autopsia, ma dai primi rilievi la morte sarebbe sopraggiunta per le coltellate e non per i colpi con il mattarello.

L’arrestato è apparso in evidente stato confusionale e nel sangue aveva 0.97 milligrammi per litro a due ore dai fatti, segno che aveva bevuto molto. Rilevate anche tracce di droga. I due si conoscevano per precedenti rapporti di spaccio e consumo di droga (il morto aveva precedenti nel campo degli stupefacenti).

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