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Cronaca

Omicidio Bellocchio, due settimane prima di uccidere la moglie Rosi si è "liberato" dei beni

Chiesto maxi risarcimento di oltre due milioni di euro e il sequestro di tutti i beni di Francesco Rosi

Due settimane prima di premere il grilletto di quel fucile che spense per sempre la vita della giovane avvocatessa Raffaella Presta, Francesco Rosi ha retrocesso al padre gli immobili di maggior pregio e valore a lui intestati, "risolvendo il contratto di donazione con il quale gli erano stati conferiti". Ma perchè a ridosso di compiere un atto simile, l'uxoricida avrebbe avuto la volontà di spogliarsi dei suoi beni?  Nonostante sia reso-confesso, sono ancora tanti i punti per ricomporre il puzzle di un gesto, ancora senza una risposta. Zone d'ombra di un rapporto, all'apparenza "normale", ma all'interno delle mure domestiche, costernato di litigi, accuse, gelosie, ossessioni. Forse Rosi temeva una imminente separazione dalla moglie, e per questo aveva deciso di retrocedere i beni al padre? 

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Intanto i legali della famiglia Presta, che si è costituita parte civile  (avv. Marco Brusco, Fulvio Simoni, Carlo Federico Grosso, Fulvio Simoni, Luigi Matteo, Erlene Galasso), hanno presentato un istanza di sequestro di tutti i beni di Rosi: "Non vi è alcun dubbio sulla penale responsabilità dell'imputato, avendo lo stesso ammesso l'omicidio. Inoltre già lo stesso Rosi, aveva espresso la volontà di retrocedere beni, volontà questa, evidenziata anche durante il periodo detentivo". Dall'istanza presentata emergerebbe anche come l'imputato non abbia mai manifestato l'intenzione di risarcire le parti lese, neanche al figlio. Per la difesa emergono dunque tutti i presupposti per procedere al sequestro conservativo dei beni tuttora di proprietà di Francesco Rosi, oltre che delle somme sui conti correnti. 

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Maxi risarcimento La somma, pur riservando alle conclusioni la precisa determinazione del danno, le parti civili hanno determinato finora una misura del danno pari a due milioni e mezzo di euro. Una somma, questa, "sia in ragione del numero dei danneggiati (fratelli, figlio e genitori di Raffaella) che del danno sofferto da ognuno di loro, è ragionevole ritenere che il patrimonio di Rosi non sia sufficiente-in caso di condanna-a soddisfare tutte le richieste di risarcimento", spiegano gli avvocati. 

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