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Cronaca Gualdo Tadino

Femminicidio 8 marzo, proiettate in aula le immagini shock del corpo sgozzato di Ofelia

Oggi, 9 luglio, si è tenuta la seconda udienza che ha visto sfilare i testimoni davanti ad Accusa e Difesa. In aula mostrata le immagini del corpo senza vita

E' l'8 marzo del 2014. Ofelia Bontoiu e Danut Barbu si incontrano in una stanza di un piccolo hotel, situato nel cuore di Gualdo Tadino. Litigano. Lei scappa e poi torna. Infine viene colpita e in seguito sgozzata dal fidanzato senza pietà. Ma cosa successe nelle ore precedenti alla tragedia? È questo che la corte presieduta da Gaetano Mautone cerca di comprendere.

Oggi, 9 luglio, si è tenuta la seconda udienza che ha visto sfilare i testimoni davanti ad Accusa e Difesa. Le immagine di quel corpo senza vita, mutilato da un taglierino, comprato solo poche ore prima dall'assassino, sono la prova provata dell'efferatezza del gesto. Ofelia rientra nella camera dopo una furente litigata con Barbu. Lui la sorprende alle spalle e con una mensola la colpisce alla nuca. Un colpo così violento da far saltare tre denti e procurarle una vasta ferita sopra il collo. Poi, una volta stordita, prende il taglierino e la sgozza. Una volta uccisa, il killer è pronto a morire. Si taglia le vene e aiutato da una fortissima dose di psicofarmaci, riesce a compiere il gesto in uno stato di assoluta incoscienza. La stessa incoscienza con la quale avrebbe potuto uccidere anche Ofelia, ma questo sarà da provare in aula, grazie all'ausilio degli esami tossicologici. 

Vaga per la stanza. Si struscia ai muri e infine si posa sul letto, al fianco del corpo ormai senza vita di Ofelia. “Ho sentito uno strano rumore”, afferma in aula la proprietaria del piccolo albergo. “Sono andata ad aprire – continua a raccontare alla Corte – e ho visto delle macchie di sangue". Attimi di terrori che si tramutano in incubo. “Lei conosceva quella ragazza?”, chiede il pm Paolo Abbritti. “L'avevo vista solo alcuni giorni prima”, risponde lei. Poi precisa incalzata sempre dalle domande del pm: “Lui (indicando Danut Barbu seduto nella cella del tribunale, ndr.) mi ha riferito che tra loro c'erano alcuni problemi. Mi disse che forse lo prendeva in giro”.

Ma c'è un particolare che prima d'ora non era mai venuto a galla: la corda trovata appesa a un albero. La stessa che sarebbe stata messa lì due mesi prima dell'omicidio dall'assassino. Danut Barbu aveva, infatti, intenzione di togliersi la vita già da tempo e, forse, se Ofelia avesse deciso di non tornare per tentare di riappacificarsi con il fidanzato questa storia avrebbe un epilogo totalmente diverso.

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