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Cronaca

LE NOSTRE TRADIZIONI Oggi è l’Ottavario di Pasqua. Le tradizioni del mondo rurale perugino… tutti a casa. Specie le figlie sposate

Oggi è l’Ottavario. Le tradizioni del mondo rurale perugino… tutti a casa. Specie le figlie sposate. Era consuetudine “archiamà le fiòle”, ossia invitare a pranzo con tutta la famiglia le figlie sposate. Ornero Fillanti ci ricorda il relativo proverbio “per San Giuanne, tutte le fiòle arvòn da le mamme”. Il riferimento a San Giovanni Apostolo, che cade invero il 27 dicembre, viene evocato in quanto la tradizione di ripeteva anche il quell’occasione.

Ornero ci rammenta che nel perugino era anche consuetudine recarsi dai frati (di Santa Maria degli Angeli, Monte Scosso e Farneto). I conventi, per ricambiare le offerte ricevute in occasione dei raccolti (di grano, vino e olio) offrivano una merendella. Andava molto il panino con la porchetta. Mentre a casa si consumavano gli stessi alimenti della Pasqua, anche se un po’ ridimensionati in varietà e quantità. Per la carne ancora agnello o capretto. Costolette impanate e fritte. Spesso con asparagi di stagione.

Uova di autoproduzione e tagliatelle “nchi rigaji”, ossia con le interiora a pezzetti. Coratelle con carciofi, frittata “cla mentuccia” ed erbe aromatiche La torta di Pasqua al formaggio, spesso pecorino, e la pizza dolce. Il brodo di carne veniva usato per cuocere i “cappelli d’angelo”, preparati dalle monache di clausura.
Ottavario: ultima magnata che univa sacro e profano.

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