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Effetti collaterali delle norme anti-terrorismo e anti-fatti di Torino: chiudono sagre e feste, costi alti e chi si adegua fa miracoli...

Non si può vedere solo il mezzo bicchiere pieno della prevenzione. Che fine faranno gli spazi sociali e ricreativi? La promozione del territorio? Servono fondi regionali per adeguarsi. Ma un piano non c'è. La testimonianza di Damaschi presidente dell'ente Festa della Cipolla

Stiamo parlando di eventi fondamentali per il territorio: i cui utili si riversano nel sociale per finanziare progetti per la città in tempi in cui i municipi non hanno risorse. Bene le regole, ma servono anche distinzioni, sostegni economici della Regione per finanziare la sicurezza e soprattutto serve il buonsenso da parte delle istituzioni nel valutare caso dopo caso. 

"I costi sono elevatissimi - ha continuato Damaschi sollecitato da Perugiatoday.it durante la conferenza stampa - e sono destinati a crescere. Noi della festa della Cipolla partivamo con una idea di budget di 10-12mila euro e ad oggi, tra tutto, siamo vicino ai 30mila euro. Ma solo alla fine dell'edizione, facendo i conti, sapremo il dato reale di queste spese in più. La situazione è molto complessa e da tempo ci stiamo lavorando. Siamo certi, però, di dare la massima sicurezza ai nostri ospiti, poi nella vita può succedere di tutto... anche che cada un meteorite. Ma questa lo ripeto è la vita...". Tutto questo vuol dire un'aumento tra il 40 e il 50 per cento dei costi complessivi. Si rischia dunque, in altre realtà magari minori, di non guadagnare o peggio ancora di rimettere. E ci rimette il singolo cittadino, la famiglia e la comunità. 

Come spiega Damaschi non di sole barriere si tratta per un evento che conta 200mila presenze in 10 giorni. "Tutti i varchi sorvegliati e bloccati. Per evitare la bruttura delle barriere di cemento stiamo ragionando di mettere dei mezzi agricoli o dei mezzi pesanti, camuffati con sponsor. Previsto un centro operativo per gestire la sicurezza e l'organizzazione, 50 addetti alla sicurezza con tutte le abilitazioni necessarie, triplicato sia il settore sanitario per la prima emergenza che i piani anti-incendio e della luce (energia alternativa in caso di black-out). Ma nel piano sicurezza vanno inseriti altri accorgimenti tecnici. Ribadisco non stiamo parlando di una partita allo stadio, di un centro metropolitano, di una rievocazione storica ad alta rivalità... ma della Festa della Cipolla, una delle più importanti della regione per la promozione del buon cibo made in Umbria. Le regole e normative vanno rispettate". Insomma serve una task-force di tecnici e di esperti di normative al servizio di questi enti o associazioni, servono fondi regionali importanti dalla Regione e serve poi il buon senso da parte di chi deve autorizzare. In caso contrario scatta la serrata degli eventi... dopo quella imposta dalle crisi per industrie, botteghe artigianali e soprattutto tanti piccoli negozi. 

A questo punto bisogna ritornare all'inizio e farci due domande semplici: "Cosa sarebbe l'Umbria agli occhi dei turisti senza le sue rievocazioni storiche, le sue sagre tipiche e i suoi grandi eventi di piazza? Come si vivrebbe nella piccola Umbria se spazi sociali, aggregativi e tradizioni dovessero essere cancellate per mancanza di fondi o peggio ancora in nome di leggi sulla sicurezza?". Probabilmente non sarebbe più l'Umbria che conosciamo e che molti sognano.

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