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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Effetti collaterali delle norme anti-terrorismo e anti-fatti di Torino: chiudono sagre e feste, costi alti e chi si adegua fa miracoli...

Non si può vedere solo il mezzo bicchiere pieno della prevenzione. Che fine faranno gli spazi sociali e ricreativi? La promozione del territorio? Servono fondi regionali per adeguarsi. Ma un piano non c'è. La testimonianza di Damaschi presidente dell'ente Festa della Cipolla

Cosa sarebbe l'Umbria agli occhi dei turisti senza le sue rievocazioni storiche, le sue sagre tipiche e i suoi grandi eventi di piazza? Come si vivrebbe nella piccola Umbria se spazi sociali, aggregativi e tradizioni dovessero essere cancellate per mancanza di fondi o peggio ancora in nome di normative sulla sicurezza? Sono due domande su cui è giunto il momento di aprire una profonda riflessioni a casa nostra. Ma non da bar, bensì da vero tavolo politico istituzionale dove far sedere i nostri parlamentari, la Regione, i Comuni, il mondo delle mille Pro-Loco, enti festa, Questore, Carabinieri e Prefetto. Le normative sempre più restrittive anti-terrorismo, anti-disastri amministrativi come quelli di Torino e burocrazia su somministrazione di cibo di strada hanno degli effetti collaterali importanti sulla nostra comunità, sulla nostra libertà. Non si può vedere solo il mezzo bicchiere pieno della prevenzione.

E qui non si tratta solo di contenere il numero dei partecipanti. No. Gli effetti collaterali che stanno facendo cancellare feste, sagre e giostre cancellano anche economia, sociale e tradizioni. In pratica, e va rimarcato, si sta facendo l'esatto contrario di quello che urla il popolo dopo gli attentanti, di quello che dicono i politici in televisione. "Non abbiamo paura" "Non lasceremo che il terrorismo ci cambi la vita e limiti la nostra libertà: in caso contrario hanno vinto loro". Purtroppo gli effetti collaterali di certe leggi, di certa burocrazia, delle spese certe e in più, dei mancati sostegni economici, di certe paure di chi si deve assumere le responsabilità stanno minando il nostro concetto di sociale, di volontariato, di cittadinanza. Chiacchiere? Ipotesi? No. Solida realtà. Roberto Damaschi, ex presidente del Perugia Calcio, imprenditore e attuale presidente dell'ente della più popolata e conosciuta sagra umbra (Festa della Cipolla di Cannara), ha avuto il coraggio di elencare questi effetti collaterali e della solitudine che stanno vivendo i nostri territori.

"Sono a conoscenza diretta" ha ammesso Damaschi nel giorno della presentazione della 37esima edizione della Festa della Cipolla "Di eventi simili al nostro che, a differenza di noi, non possono permettersi di adeguarsi alle normative. E quindi hanno deciso di cancellarli o di sospenderli. Tutto questo nonostante molte edizioni alle spalle senza mai un problema, nonostante siano fortemente legati alla promozione del proprio territorio. Da poco ho ricevuto una telefonata da un'altra festa della cipolla - di cui non faccio il nome - che ci ha chiesto ma 'Voi come fate!'. Stiamo parlando di eventi dove non c'è contrapposizione tra fazioni, tra squadre, tra rioni. Al massimo noi possiamo tirarci le tagliatelle alla cipolla".  Le chiusure riguardano, secondo l'esperienza Damaschi, Umbria, Toscana ed Emilia Romagna. 

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