
Noi più vecchi senza vaccino. La protesta del grande Franco Venanti che, con la matita, usa l'arma dell'ironia
Andrebbe tutelato come monumento vivente di arte, originalità di pensiero, coraggio, anticonformismo
Coccolare il virus in attesa del vaccino? La protesta del grande nonuagenario Franco Venanti. Personaggio che non si lamenta con querimonie e piagnistei ma, secondo il suo costume, intinge la matita nel curaro dell’ironia. Senza posizioni di carattere politico e ideologico. Si limita a rilevare l’illogicità di cominciare le vaccinazioni coi nati nel 1940. Lui, infatti, venne alla luce nel 1930. “Hanno abbandonato noi vecchi: sperano solo che ce ne andiamo all’altro mondo”, dice con rabbia. Poi, compie un’ampia diegesi sulla storia della civiltà e sull’esigenza del rispetto. E propone tre vignette alla sua maniera. Usando l’arma della satira in cui è maestro. Non posso non citare il nostro libro, scritto a quattro mani, “Perugia, Italia, Mondo. La storia irriverente di Franco Venanti” (Morlacchi editore) in cui sono raccolte le più belle grafiche satiriche prodotte nel corso di una vita artistica prolifica ed esemplare.
“È uno scandalo – aggiunge – il fatto che uno nato nel 1940 possa prenotarsi e ricevere il vaccino prima dei più vecchi”. Per assurdo, uno nato nel 1930, come il pictor optimus, non ha lo stesso diritto. Allora che fa? Incassa, giocoforza. Ma nessuno riuscirà mai a tappargli la bocca. O impedirgli di tracciare i disegni che – debitamente autorizzati – proponiamo in pagina. Grande Franco! Lunga vita al massimo pittore perugino e non solo. Andrebbe tutelato come monumento vivente di arte, originalità di pensiero, coraggio, anticonformismo. Soprattutto per non avere peli sulla lingua. Non li ebbe nemmeno suo padre, quando si trattò di dire no alla dittatura. Franco ne ha raccolto il testimone. E lo porta con dignità.