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Cronaca

NODINO DI PERUGIA / 2 L'Intervento del Comitato a Favore: "Ecco quello che vi nascondono per cancellare questa opera fondamentale"

Riceviamo e pubblichiamo la risposta al comitato Salvare Collestrada sul no deciso al Nodino di Perugia da parte de il Comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni?” che si batte a favore della risoluzione del traffico e inquinamento che tutti i giorni avvelena l'area ponteggiana. BUONA LETTURA 


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Leggiamo su PERUGIATODAY del 18 gennaio 2022 un interessante articolo, firmato dal Direttore Responsabile Nicola Bossi, che raccoglie una serie di asserzioni di persone contrarie al Nodino, che lanciano una serie di affermazioni gratuite, esagerate e false per alcuni aspetti, alle quali non si può fare a meno di rispondere.

Si continua ad affermare che il Nodino non serve perché ridurrebbe solo di qualche punto percentuale il traffico in direzione del capoluogo: ai residenti di Ponte S. Giovanni, Collestrada e Balanzano interessa la riduzione del traffico nella direzione Nord/Sud (Ravenna Roma e viceversa), Nord-Est/Sud (Ancona Roma e viceversa), Est/Sud (Civitanova Marche, Foligno, Roma e viceversa) che secondo lo studio di traffico effettuato da ANAS è quantificabile nel 25% di riduzione di traffico leggero (circa 17.000 veicoli giornalieri) e nel 50% di riduzione di traffico pesante (circa 2.700 TIR giornalieri)

Annunciano di aver raccolto diecimila firme a sostegno delle loro posizioni. Saremmo curiosi di conoscerli questi firmatari: è certo però che se qualcuno lancia su una piattaforma, come per esempio Change.org, una richiesta di una firma di solidarietà, che non costa niente, su supposti sfracelli ambientali commessi da chiunque in qualunque luogo, verrà sommerso da una montagna di firme, da persone che non vivono nel luogo, non conoscono la situazione reale e si fondano solo sulle lacrimose storie che vengono presentate. Chi non lo farebbe?

Per esempio: "una cicatrice di cemento" che sfigurerà per sempre i luoghi! Orribile! Ma non si è detto che la "cicatrice" sarà completamente ricoperta di terreno a lavori compiuti e i luoghi riacquisteranno il loro aspetto precedente? Ancora: alberi ripiantati al posto di "alberi secolari" sradicati! Orrendo, chi non si indignerebbe? Ma in realtà, la galleria passerà ben in profondità sotto il bosco e nessun albero riceverà alcun danno, neanche nelle più profonde radici! E ancora, che i lavori dureranno almeno dieci anni, durante i quali il territorio verrà completamente stravolto. È vero che in Italia i tempi sono eccessivamente lunghi, ma i lavori di cui si parla sono solo all'inizio dell'opera, dopo di che si trasferiranno dall'altro versante della collina, che da Collestrada è lontana parecchi chilometri.

Ancora: che basterebbe un semplice, piccolo lavoro alternativo a questo per risolvere pacificamente e senza danni il caos che attualmente il traffico produce. Che bello! E perché allora nessuno ci ha pensato? Ma chi conosce la zona, ci vive tutti i giorni e non racconta storie sa benissimo che la cosa non si fa perché non è possibile, a meno di voler gettare un'altra croce su Ponte San Giovanni che ne reca sulle spalle già una pesantissima. Ma a questa nessuno fa alcun cenno, evidentemente le vite e il benessere delle
persone umane valgono molto meno del benessere degli organismi vegetali, che, beninteso, hanno tutto il diritto di essere rispettati.
Ma le vite degli esseri umani, quelle noo? E perché? Su quale scala di valori viene costruita questa inumana graduatoria? Si vuole forse affermare che la vita umana non ha bisogno di essere salvaguardata almeno al pari “dei nostri Tesori Materiali e Immateriali, per i quali il Mondo ci conosce, ci rispetta, ci cerca e ci viene a trovare"?

Per fortuna il Direttore, nella parte finale dell'articolo, restituisce il giusto peso alla ragione, ricordando a questi amici di una astratta Natura, che anche gli esseri umani sono Natura ed anche a loro si deve attribuire la giusta importanza. Si descrivano le cose nella loro giusta dimensione e poi si lasci che le cose seguano il loro corso. Infine, se è vero che il Nodino è un'opera che viola la normativa europea, che tutela i luoghi comunitari di particolare valore, che bisogno c'è di tanta agitazione? Saranno
le normative europee, a cui il progetto del Nodino verrà sottoposto in giudizio, a bloccare la realizzazione dell'opera.
Non si ha fiducia nell'Europa salvatrice? O si ha paura che l'Europa non decida a scatola chiusa come certi firmatari e vada invece a valutare concretamente costi e benefici dell'opera? Invitiamo tutti ad abbassare i toni e a considerare con più attenzione gli interessi e i benefici che si attendono tutti i protagonisti di questa tragica rappresentazione.
Il Comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni?”

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