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Cronaca

Il naufrago Pecorelli non sa nulla del tesoro di San Mamiliano e non risponde agli investigatori

L'imprenditore altotiberino scomparso 9 mesi fa e ricomparso al largo dell'isola di Montecristo è accusato di ricettazione di beni archeologici rubati nel 2019

Novello Edmond Dantes, millantatore, ricettatore? Chi è e cosa ha combinato Davide Pecorelli, l'imprenditore scomparso per nove mesi in Albania, con tanto di auto incendiata e ossa all’interno (probabilmente di pecora) e ritrovato poi al largo dell'isola di Montecristo, quasi naufrago perché senza benzina prima di raggiungere l’isola del capolavoro di Alexandre Dumas?

L’imprenditore, sembrerebbe travolto dal Covid e dai debiti avendo chiuso i suoi locali di parrucchiere, stamani è stato sentito dai Carabinieri della caserma di Porto Santo Stefano, su delega del procuratore di Grosseto che indaga sul furto di monete d’oro avvenuto nel museo di San Mamiliano a Sovana nel 2019 e che sarebbero finiti nel tesoro di Montecristo che Pecorelli assicura di aver trovato. Anche se sull’isola non ha mai messo piede perché respinto dal custode. Monete e documenti che sono stati trovati in possesso dell’uomo che è, appunto, indagato per ricettazione.

Una cinquantina di monete d'oro risalenti al V secolo d. C. erano state rubate da ignoti. Le monete, rinvenute nel 2004 durante uno scavo, fanno parte del tesoro di San Mamiliano.

L’imprenditore altotiberino, accompagnato dall’avvocato Giancarlo Viti non ha risposto alle domande dei Carabinieri in quanto non conosceva le contestazioni mossegli dalla Procura di Grosseto e all’uscita, l'avvocato Viti ha parlato di quadro accusatorio molto aleatorio, sul quale si riserverà di chiedere ulteriori chiarimenti.

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