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Cronaca

Muore schiacciato da un macchinario, maxi risarcimento alla famiglia e pena patteggiata ad un anno

Davanti al giudice per l'udienza preliminare il rappresentante legale, l'azienda e il responsabile della sicurezza

Un anno (pena patteggiata) per la morte in cantiere di un operaio per il rappresentate legale di un’azienda, un risarcimento di 750mila euro ai familiari e un giudizio ordinario per il responsabile della sicurezza.

È quanto concordato tra difesa e accusa per il decesso di un operaio 55enne avvenuto il 21 luglio 2017 in un'azienda a Valfabbrica. Quel giorno l’uomo perse la vita per schiacciamento dopo essere rimasto incastrato in una bobina di un macchinario per tagliare lastre di acciaio in un'azienda di Valfabbrica.

Secondo le indagini della Procura ci sarebbero state delle violazioni nelle regole in materia di sicurezza, in particolare in relazione all’esatta predisposizione delle misure di protezione precauzionali sul macchinario. L’operaio sarebbe morto per “choc meta traumatico secondario a schiacciamento del corpo”. L’incidente sarebbe avvenuto mentre l’operaio stava applicando dell’olio agli ingranaggi. Secondo le perizie non avrebbe, però, dovuto trovarsi vicino al macchinario in funzione, circondato da una recinzione con cancellata proprio per evitare pericoloso intrusioni.

La famiglia dell'uomo è rappresentata dall'avvocato Andrea Castori. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Alessandro Lucidi, Gioia Antonielli e Giuseppe Montone. Parte civile anche Inail e Anmil con gli avvocati Bellucci e Lauria.

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