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Cronaca

Movida selvaggia in centro storico: rubato o venduto, la piaga dell'alcol illegale ai minori

Vigilanti e personale dei supermercati minacciati o derisi: "Sono minorenne, non mi puoi far nulla". Bottiglie nascoste nelle parti intime o acquistate da maggiorenni che poi le rivendono. Il problema dei controlli

Lattine di birra nascoste nelle mutande, superalcolici sotto le felpe, zaini pieni di bottiglie di vino. Il fine settimana alcolico dei minori a Perugia è costellato di furti, vendite in nero, minacce ai vigilanti e al personale dei negozi che non intende vendere bevande alcoliche ai minori.

L’ordinanza che vieta la vendita di bottiglie in vetro e alcol in centro storico è facilmente aggirata portandosi da casa bottiglie di superalcolici, vino e birra. E per non farsi trovare con una bottiglia di vetro in mano basta travasare il contenuto alcolico in una contenitore di plastica. Operazione che compie anche qualche negoziante del centro storico, fingendo di vendere bottigliette d’acqua. Fatti verificati e testimoniati.

“L’investigatore di ammanchi inventariali (adesso si chiama così il servizio antitaccheggio, ndr) si trova davanti a situazioni assurde, ma segno di un disagio sempre più preoccupante - racconta Aldo Modena della Sis investigazioni che fornisce personale per la vigilanza e la sicurezza – Non c’è giorno che non ci si trovi davanti a minori che nascondono e cercano di rubare birra e superalcolici. Si tratta di mini bande che entrano nell’attività, girano, prendono prodotti, li rimettono a posto. Le cassiere hanno paura quando si accorgono che sono minori e si rifiutano di vendere alcol. Non solo loro sono minacciate, anche il personale di vigilanza spesso corre rischi”.

Un addetto alla sicurezza è stato accerchiato dagli amici che aspettavano fuori dal negozio il compagno che era entrato per comperare l’alcol. Spesso sfruttano la minore età per sbeffeggiare cassieri e vigilanti: “Tanto sono minorenne, non mi potete fare nulla” oppure “Tu non sai chi sono io”. Come nel caso del minore fermato con una bottiglia di cognac, con un amico che lo attendeva fuori e nello zaino aveva altre bottiglie di superalcolici rubati in altre attività commerciali.

In altri casi l’acquisto di alcol è effettuato da un maggiorenne, magari un amico che raccoglie i soldi per tutti e compera le bottiglie. Altre volte si tratta di persone che si prestano, a pagamento, ad acquistare l’alcol per i minori e poi fanno lo scambio all’esterno, nel piazzale del supermercato. Tantissimi i casi di consumo di bevande alcoliche all’interno dei negozi.

“In genere i minori entrano in gruppo nell’esercizio commerciale, prendono bottiglie, le posano, la riprende quello che segue, se le passano di mano – racconta Modena – finché la bottiglia sparisce ed escono tutti a mani vuote. Per noi è difficile perché se fermiamo una persona che non ha nulla addosso è un problema; ma a non essere tutelati sono proprio le persone chiamate a controllare, in primo luogo le forze dell’ordine”.

Parlando con qualche addetto dei supermercati, in forma anonima per la loro sicurezza, emerge anche il fenomeno di bande di ragazzini organizzate per rubare alcolici e rivenderli ai coetanei.

Anche cassieri e personale parlano di accuse di abuso di potere e minacce varie per aver firmato qualche minore sorpreso con bottiglie non pagate. Qualcuno con diversi precedenti in tal senso. Come una 15enne fermata in centro con 40 euro di superalcolici nascosti addosso.

Poi c’è il capitolo dei commercianti disonesti, che vendono senza controllare l’età, svuotano l’alcol in bottiglie di plastica, fino a chi vende la confezione da tre bottigliette di birra singolarmente, a prezzo intero.

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