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Cronaca

Notti movimentate in centro, una residente: "Prigioniera in casa. Dopo tanti anni sto pensando di andare via"

Tutte le notti giovani che bevono, si drogano, fanno sesso. La casa del poeta Sandro Penna è diventata un gabinetto a cielo aperto

Una notte come tante, ma che di normale non ha nulla, con situazioni che vengono ormai denunciate da mesi (da quando è finito il confinamento casalingo da Coronavirus) e che rendono la vita impossibile ai residenti della zona del centro storico che va da piazza Morlacchi a Porta Sole.

Valentina (nome di fantasia) è una residente, studentessa-lavoratrice, ci racconta quello che accade nella zona in cui abita.

Come è andata la notte?

“Una notte tremenda e movimentata. Uguale a quella precedente e a quella ancora prima, uguale a quelle della settimana scorsa. Da lunedì a mercoledì si riesce a dormire, dal giovedì sera fino a domenica è impossibile. Il silenzio assoluto regna fino alle 23.30, all’incirca, poi fino alle 4 del mattino è terribile: schiamazzi, urla, vicoli trasformati in latrine, giovani che bevono, fumano e fanno sesso. Ho visto anche ragazzine prostituirsi con persone più grandi, fanno sesso orale nascoste nei vicoli in cambio di soldi che poi spendono in shottini, sigarette e vestiti. siamo prigionieri in casa nostra, costretti a trascorrere un'estate con le finestre chiuse”.

Chi sono i molestatori notturni?

“Ho visto passare ragazzini minorenni e giovani sopra i venti anni. Maschi e femmine. Ormai sanno che nei vicoli non c’è controllo e fanno quello che vogliono. Ogni mattina gli operatori della Gesenu raccolgono escrementi umani, fazzoletti sporchi, bottiglie (e anche preservativi, ndr). Questi ragazzi si raggruppano in comitive, si raccolgono per bere, fumare o tirare la cocaina sul davanzale delle finestre o sui muretti. Incuranti del fatto che ci siano persone che risiedono in quelle vie. La casa del poeta Sandro Penna è diventata il posto preferito da utilizzare come gabinetto. Uno degli scorci più belli della città trasformato in bagno”.

Alcuni cittadini si sono organizzati pagando dei vigilantes, altri daranno mandato ad investigatori privati di filmare chi compie reati, lei che farà?

“Io sono una studentessa-lavoratrice. Sono a Perugia da oltre dieci anni e amo molto questa città. Ho abitato in molte zone del centro storico e assistito a episodi di diverso genere, ma non mi era mai capitato di vivere un incubo come questo. Mi sono trasferita in questa casa a settembre, ma per il lockdown è stato tutto tranquillo. Da giugno non ho dormito più di tre ore a notte. Io lavoro e studio, mi mancano pochi esami e se non riposo faccio male l’uno e l’altro. Sto pensando di andarmene, sono esausta. Ho sentito che anche altri vicini di casa stanno valutando di cambiare zona o lasciare il centro. È una vergogna che colpisce la città e ne danneggia l’immagine. Tutto per colpa di giovani maleducati che confondono il divertimento con il tirare cocaina o bere fino al collasso, riducendosi in uno stato imbarazzante e umiliante. Mi spiace per Perugia, una città che mi ha dato tanto e che amo. È brutto vederla ridotta così la notte”.

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