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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Mostro di Firenze, un film di Brando De Sica dal libro del superpoliziotto Michele Giuttari

L'ex capo della Squadra mobile di Firenze aveva lavorato con il sostituto procuratore Giuliano Mignini al caso della morte di Francesco Narducci

Il Mostro Firenze diventa un film sulla base dei racconti del superpoliziotto Michele Giuttari. A dirigere il film Brando De Sica.

Michele Giuttari, il poliziotto che portò a processo i “compagni di merende” del “contadino di Mercatale” Pietro Pacciani, tutti accusati degli omicidi delle otto coppiette uccise fra il 1968 e il 1985 nelle campagne toscane, che si occupò con Giuliano Mignini, sostituto procuratore di Perugia, del caso Narducci, il medico perugino morto al Trasimeno e, secondo l’ipotesi investigativa, legato ai delitti del mostro, prepara un nuovo libro su quelle vicende e anche un film, prodotto dalla Indiana Production e diretto da Brando De Sica.
Lo ha annunciato lo stesso Michele Giuttari nella Sala del Refettorio della Camera, dove ha ricevuto il riconoscimento “Letteratura noir”, nell'ambito del “Premio internazionale giuridico scientifico Falcone e Borsellino” dell'Istituto giuridico di ricerca comparata.

“Sarà la storia definitiva del Mostro - ha spiegato Giuttari - che è molto più di quella che è uscita dalle aule dei tribunali. La giustizia ha un suo linguaggio e un suo codice che pongono argini di narrazione, la letteratura e il cinema possono andare oltre e più a fondo”.

“Sarà un film per il cinema, un noir”, ha spiegato Brando De Sica.

Michele Giuttari era in prima linea nelle indagini sulla morte di Francesco Narducci e sull’ipotesi del doppio cadavere: “Non è una mia convinzione, quella del doppio cadavere. Sono le consulenze e l’autopsia eseguita a Pavia sul cadavere del Narducci a dimostrare in maniera inequivocabile che il cadavere ripescato nelle acque del Lago Trasimeno la mattina del 13 ottobre 1985 non corrispondeva per nulla alle caratteristiche fisiche e antropometriche del Narducci. E questa è una certezza. Quanto al perché avvenne non è stato possibile dimostrarlo per il blocco delle indagini” ebbe a dire in un’intervista in occasione della presentazione di un suo libro. Adesso quel processo è chiuso, gli imputati assolti o deceduti, ma i sospetti sul più grande caso di cronaca nera italiana rimangono, e molti.

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