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Cronaca

Perugia, infarto scambiato per indigestione: condannato operatore del 118

Il paziente si era sentito male ed era deceduto mentre veniva portato in ospedale

Condanna a otto mesi di reclusione, con pena sospesa, per un operatore della centrale operativa del 118 del Santa Maria della Misericordia di Perugia accusato di omicidio colposo per non aver saputo riconoscere un infarto in corso.

La vittima, un 55enne di Perugia, si era sentito male a Natale nel 2017. Sul posto era giunta un’ambulanza con una infermiera (finita sotto processo e assolta), ma senza ecocardiografo e senza defibrillatore. Dagli accertamenti successivi era emerso che era in corso un infarto. Secondo l’accusa l’operatore non aveva ascoltato gli avvertimenti dei familiari relativi al paziente iperteso e con forti dolori al petto.

L’uomo aveva sceso quattro piani di scale per raggiungere il mezzo di soccorso, dove secondo i familiari avrebbe dovuto trovarsi comunque anche un medico, ma era morto poco dopo, durante il trasporto in ospedale.

I familiari, ai quali è stata riconosciuta una provvisionale di 100mila euro, si sono costituiti parte civile con l’avvocato Guido Bacino. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Marco Brusco e Sauro Galli.

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