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Cronaca

Morto dopo una broncoscopia, attesa per l'esito degli accertamenti

La perizia non ha chiarito le cause della morte del 73enne Mariano Cecchetti

Bisognerà aspettare il deposito della perizia per capire esattamente le cause della morte di Mariano Cecchetti, il settantatreenne di Perugia deceduto il 18 novembre  all’ospedale Santa Maria della Misericordia dopo un esame di routine programmato in day hospital. L’autopsia disposta dalla Procura, che ha aperto un fascicolo riscontrando l’esposto presentato dai familiari della vittima, assistiti da Studio3A, non ha infatti rivelato evidenze chiare e saranno quindi necessari ulteriori esami per stabilire cosa sia stato fatale al paziente.

Cecchetti, che, a quanto tengono a sottolineare i suoi congiunti, stava bene ed era molto attivo, il 18 novembre, alle 7 del mattino, era entrato, accompagnato dalla moglie, in Pneumologia per sottoporsi a una broncoscopia, regolarmente effettuata alle 13. Un’ora dopo il settantatreenne, terminato l’esame, è stato ricondotto in reparto, ma qui ha subito cominciato a manifestare un malessere generale, una forte sudorazione e assopimento: la moglie ha fatto presente i problemi al personale sanitario, che tuttavia al momento non ha dato più di tanto peso alla circostanza, collegandola alla broncoscopia appena conclusa e assicurando che i parametri vitali erano nella norma.

Alle 16, dopo l’ennesimo controllo della pressione, che in verità dava livelli molto bassi, 50 di minima e 76 di massima, il settantatreenne è stato riportato al piano -2, in Radiologia, per una lastra di controllo. Sua moglie lo ha atteso in stanza ma poco dopo ha sentito un’infermiera gridare che era successo qualcosa di grave al paziente appena portato in Radiologia, che sarebbe andato in arresto cardiaco. Comprendendo subito che si trattava del marito, la consorte è corsa a chiedere informazioni, è stata accompagnata in Radiologia e ha fatto a tempo a vedere il signor Mariano, all’interno di uno degli ambulatori, disteso esanime con un medico intento a tentare di rianimarlo, prima di essere allontanata. Nonostante le procedure rianimatorie siano scattate immediatamente, tuttavia, non c’è stato nulla da fare e poco dopo alla moglie è stata data la tragica notizia.

I congiunti della vittima, che oltre alla moglie ha lasciato due figlie e un’amata nipotina, non riuscivano e non riescono tuttora a capacitarsi dell’accaduto, anche perché il loro caro era in condizioni fisiche buone, conduceva una vita normale, pur essendo in pensione era costantemente in attività, si occupava del giardino, dell’orto e della potatura della piante, e a gennaio con la moglie sarebbe dovuto partire per Zanzibar per trascorrere qualche mese con una delle due figlie, che vive da tempo nel Paese africano: avevano già acquistato i biglietti aerei e non era il primo viaggio che facevano nell’isola.

Di qui la decisione della consorte di sporgere denuncia querela presso il posto fisso di polizia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia, chiedendo all’autorità giudiziaria di accertare le cause del decesso ed eventuali responsabilità sanitarie, e di affidarsi, per essere assistita, attraverso il consulente legale Matteo Cesarini, a Studio3A-Valore, con la collaborazione dell’avvocato Cristian Rosa.

Sulla morte, la procura ha aperto un procedimento penale per l’ipotesi di reato di omicidio colposo in ambito sanitario in concorso, ha sequestrato le cartelle cliniche, ha iscritto come atto dovuto nel registro degli indagati quattro medici che hanno avuto in cura il paziente il giorno della tragedia, due dottori del rapporto di Pneumologia, e due dottoresse dei reparti di Anestesia e Rianimazione e Chirurgia, e ieri, giovedì 24 novembre, ha conferito l’incarico per l’esame autoptico al medico legale dott.ssa Donatella Fedeli, che ha proceduto nel pomeriggio: alle operazioni peritali ha partecipato tra gli altri anche il medico legale dott. Pierfrancesco Monaco quale consulente tecnico di parte per i familiari della vittima messo a disposizione da Studio3A.

L’autopsia, tuttavia, non ha fatto emergere con certezza la causa della morte e per avere risposte più esaustive bisognerà attendere gli esiti degli esami istologici e tossicologici che saranno effettuati sui campioni prelevati, e con ogni probabilità la Ctu chiederà di essere affiancata da un esperto in anestesiologia. La perizia dovrebbe essere consegnata tra 60-90 giorni. Nelle prossime ore i familiari, una volta ottenuto il nulla osta per la sepoltura dal magistrato, fisseranno la data del funerale.

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