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Cronaca

Morte di Samuele De Paoli, la famiglia contro l'archiviazione: "Riaprite le indagini". In aula il 16 dicembre

La Procura ha chiuso le indagini per omissione di soccorso e non per omicidio preterintenzionale

È stata fissata al 16 dicembre prossimo, alle ore 11, l’udienza per l’opposizione alla richiesta di archiviazione per la morte di Samuele De Paoli, il giovane di Bastia Umbra trovato morto nella zona di Sant’Andrea delle Fratte dopo un incontro con una trans.

La Procura di Perugia ha chiesto l’archiviazione dell’accusa di omicidio preterintenzionale nei confronti di Hudson Pinheiro Reis Duarte, per la morte di Samuele De Paoli, indagata per omissione di soccorso.

In 9 pagine la Procura di Perugia spiega perché la trans Patrizia non può avere “cagionato la morte di Samuele De Paoli nel corso di una colluttazione determinando, mediante pressione sul collo del predetto in regione corrispondente alla biforcazione paracarotidea, la lesione contusiva del giorno carotideo, con correlata emorragia, e conseguente arresto cardiaco quale riflesso secondario dell'evento” il 27 aprile del 2021.

Le indagini accertavano che la vittima aveva trascorso la serata “in compagnia di alcuni amici che, escussi, hanno ricostruito tale arco temporale in maniera fra loro coerente, riferendo in merito all'acquisto di stupefacente (cocaina) da assumere assieme (così come a più riprese avvenuto) nonché di bevande alcoliche”.

“Attendiamo serenamente lo svolgimento dell’udienza camerale e la decisione del giudice per le indagini preliminari dottoressa Margherita Amodeo nel contraddittorio delle parti, consapevoli che Patrizia Pinheiro si è difesa e non è in alcun modo responsabile della morte di Samuele De Paoli. Il tutto sempre nel grande rispetto del dolore della famiglia” ha affermato l’avvocato Francesco Gatto che difende la trans.

“Le lesioni causate da Pinheiro Reis Duarte Hudson al ventiduenne Samuele De Paoli non possono essere state prodotte soltanto dalla pressione di un dito della mano. Nel quantificare il tempo dell’azione di strangolamento la transessuale brasiliana parla di dieci secondi. Immaginiamo, ora, un soggetto di un metro e ottanta centimetri, per ottanta chili, che stringe il collo di una persona non certo della sua stessa stazza fisica, ma molto più esile, per almeno dieci secondi. È un tempo lunghissimo. Non bisogna essere medici specializzati per sapere che il collo è una delle parti più fragili e sensibili del corpo umano. Un’azione di strangolamento della durata di almeno 10 secondi è una condotta che può provocare danni importanti, non certo paragonabili come lesività a calci o pugni sul corpo”. È quanto si legge nell’opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dagli avvocati Valter Biscotti e Ilaria Pignattini che assistono Sonia Sorbelli, la madre della vittima.

Secondo i legali della donna, la trans avrebbe cambiato più volte versione dei fatti, inserendo una terza persona. Il bastone con cui sarebbe stata picchiata non è mai stato trovato e dagli accertamenti risulterebbe stato utilizzato un foulard o una sciarpa per stringere al collo la vittima: “Non fu legittima difesa, ma lo ha stretto al collo per dieci secondi, provocandone la morte”.

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