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Cronaca Borgo XX Giugno / Corso Cavour, 165

Borgo Bello, quell'affisso funebre non doveva essere ricoperto: "E' un'offesa alla memoria di Giorgio Pirilli"

Quelli del Borgo Bello non la mandano giù. La rabbia e lo sdegno sono tutt’uno per l’offesa recata alla memoria di Giorgio “l’elettricista” del Borgo

Quelli del Borgo Bello non la mandano giù. “Ma come?” – dicono – il manifesto annuncia un ricordo e una messa per il giorno 27 di luglio, ricorrenza del primo anniversario dalla morte di Giorgio Pirilli, e l’addetto agli affissi funebri lo copre nel giorno stesso?”. La rabbia e lo sdegno sono tutt’uno per l’offesa recata alla memoria di Giorgio “l’elettricista” del Borgo, l’amico degli amici.

“La moglie – osservano – ha ordinato un manifesto che annunciava una messa di suffragio per le 18:30, presso il Don Guanella, dove lavora, e gli amici non ne vengono informati? Eppure la vedova ha speso per la stampa e per la tassa d’affissione”.Il fatto è che Giorgio era una persona di squisita gentilezza ed elevata competenza. In Borgo XX Giugno ha fatto molto, sia per il pubblico che per il privato. È stato lui a sistemare, a più riprese, l’illuminazione della chiesa di San Domenico. Giorgio ha messo riflettori dentro il pozzo della piazza Giordano Bruno.

È stato lui – in occasione dei 150 anni dall’Unità nazionale, a issare il tricolore in cima al campanile di San Domenico. Ricordo personalmente quanto lo lodava l’indimenticato avvocato Gerardo Gatti, perugino doc, che ricorreva abitualmente ai suoi servigi. Quanto lo rimpiangono gli abitanti, in specie l’amico Gianni Caponi, falegname ed emblema del grande artigianato di corso Cavour! Fra i residenti arrabbiati, Orfeo Ambrosi, storico presidente dell’Associazione Borgo Bello, che tanto si è adoperato (con la collaborazione di Giorgio) per il rilancio del rione. Per non parlare del collega e amico Enzo Garghella, presidente del Circolo del Tempobono.

Senza dimenticare il Lollone, al secolo Lando Frattegiani il quale, in occasione del funerale, pretese che il feretro entrasse non da via del Castellano (come d’uso), ma dal portone su piazza Giordano Bruno. E che, all’uscita, volle tributare il “saluto d’onore”. Tanto aveva promesso e tanto fece. E il parroco dovette adeguarsi.

Oggi sono tutti inquieti. Chi ha fatto l’offesa di coprire l’affisso di Giorgio con quello di un altro defunto non deve passarla liscia. “D’altronde – dicono -  c’erano degli affissi scaduti e hanno lasciato liberi quegli spazi per andare a coprire proprio quello di Giorgio. Sembra quasi un dispetto. O, quanto meno, una colpevole negligenza”.

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