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Cronaca Lisciano Niccone

Jannis Kounellis, il maestro mondiale dell'Arte Povera che amava l'Umbria e Perugia

È morto a 80 anni a Roma, la città dove aveva scelto di vivere, dopo aver lasciato la Grecia a 20 anni. Kounellis ha rivoluzionato il mondo dell’arte con opere provocatorie e sempre destinate suscitare ampie discussioni

Pochi sanno che Jannis Kounellis, riconosciuto maestro mondiale dell’Arte Povera, era amante del nostro territorio e viveva, d’estate, in un piccolo Comune del perugino. Dove realizzava buona parte delle creazioni che da qui sarebbero andate in tutto il mondo. È morto a 80 anni a Roma, la città dove aveva scelto di vivere, dopo aver lasciato la Grecia a 20 anni. Kounellis ha rivoluzionato il mondo dell’arte con opere provocatorie e sempre destinate suscitare ampie discussioni.

È vissuto e ha lavorato per lunghi periodi nel nostro territorio: esattamente nel piccolo Comune di Lisciano Niccone. Qui aveva delle proprietà consistenti e si era creato una mega struttura dove, con uno staff imponente di collaboratori, creava le proprie grandissime installazioni. La factory era un enorme capannone senza finestre, un parallelepipedo mastodontico.

L’ideazione che Kounellis elaborava veniva stesa su progetto e, quando si trattava di opere metalliche, le faceva realizzare da un artigiano locale che aveva un capannone proprio vicino al suo. La gente ricorda di aver notato spesso degli enormi tir che trasportavano queste opere gigantesche in ferro. Nel suo tempo libero, Kounellis passava ore ed ore, seduto a un tavolino del Bar di Lisciano, gestito dalla famiglia Minchioni.

Fumava ininterrottamente e si nutriva di cappuccini. La moglie acquistava un fascio di giornali che gli leggeva, mentre Kounellis, con aria assorta, guardava verso la campagna. Viveva appartato e schivo, parlando pochissimo, tranne che con un abitante del luogo, tal Salvatore, agricoltore e pastore di origine sarda.

Jannis Kounellis aveva stretto amicizia con Hannes Goshala, un pittore  tedesco che aveva scelto di vivere nel territorio di Lisciano. Il Maestro greco acquistò una gran parte della sua produzione, per stima, ma anche per solidarietà con questo collega meno fortunato di lui. Il cronista lo ha conosciuto quando, una volta, ebbe a mostrargli un servizio sul settimanale “L’Espresso” in cui comparivano delle foto che lo effigiavano. Una di queste lo ritraeva in una performance in cui Kounellis fingeva di ingoiare un treno: icona rappresentativa della sua stravaganza.

Kounellis, personaggio riservato fino alla scontrosità, fece comprare la rivista, ma si estraniò immediatamente dalla conversazione, mostrando un po’ di fastidio per elogi che forse riteneva immeritati. Questo era l’uomo: personaggio di certo difficile, ma innamorato della nostra Umbria.

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