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Cronaca

Perugia, muore a causa del Covid: la famiglia chiede un milione e mezzo di euro di risarcimento

La donna, dipendente della Scuola di lingue estere dell'Esercito, è morta a 58 anni. L'avvocato della famiglia: "E' infortunio sul lavoro, violate tutte le regole di protezione dei lavoratori, soprattutto quelli fragili"

Muore a causa del Covid a 58 anni, la famiglia chiede un risarcimento di un milione e mezzo di euro. Cinzia Lo Voi, riporta Il Fatto Quotidiano, da 38 anni era in servizio alla scuola di lingue estere dell'Esercito (Slee) di Perugia. E' morta in ospedale dopo 17 giorni. Il Ministero della Difesa e l’allora comandante della Slee, il generale Salvatore Carta, spiega il quotidiano, dovranno presentarsi davanti al giudice. 

Secondo le accuse, scrive il Corriere dell'Umbria, nel pieno del periodo di lockdown aveva dovuto lavorare in presenza per due giorni alla settimana, anche se era reduce da un tumore per il quale le era stata riconosciuta una invalidità del 100 per cento. 

L'avvocato del marito e dei figli, Stefano Giubboni, professore di diritto del lavoro, spiega a La Nazione Umbria che "quando è stata intubata, a causa della polmonite bilaterale da Covid, ha capito che difficilmente ne sarebbe uscita. Il giudice dovrà decidere se la signora sia deceduta per colpa grave dell’amministrazione. Noi sosteniamo che siano state violate tutte le regole di protezione dei lavoratori, soprattutto quelli fragili, in vigore dall’inizio della pandemia". E ancora: "La Lo Voi era una malata oncologica, invalida al 100%, tutelata dalla legge 104. Non avrebbe dovuto mai lavorare in presenza, a prescindere da qualunque esigenza di servizio che, comunque, avrebbe dovuto essere irrilevante rispetto alla sua condizione".  

L'avvocato, come riportato da La Nazione, sottolinea anche che "ho depositato il ricorso al giudice del lavoro che è competente per il risarcimento del danno, citando in giudizio la Scuola di lingue estere dell’esercito e l’allora comandante, il generale Salvatore Carta. Ci siamo riservati di proporre anche un esposto alla Procura della Repubblica di Perugia, che potrebbe avviare un’indagine anche in maniera autonoma. Se questo non accadesse, la solleciteremo noi". 

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