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Cronaca Monteluce

Tradizioni perugine! Rinnovata l'antica distribuzione del basilico "gentile" a Monteluce

Quella festa viene da lontano, col suo carico di leggende e tradizioni. Spesso svanite, come la fiera del bestiame (che durava otto giorni) e il pranzo al Toppo (torta al testo, pollo all’arrabbiata, baccalà in umido, pomodori ripieni, oca arrosto, patate, insalata, cocomero)...

di Sandro Francesco Allegrini

Quella festa viene da lontano, col suo carico di leggende e tradizioni. Spesso svanite, come la fiera del bestiame (che durava otto giorni) e il pranzo al Toppo (torta al testo, pollo all’arrabbiata, baccalà in umido, pomodori ripieni, oca arrosto, patate, insalata, cocomero). Resta il rito della distribuzione del basilico esorcizzante che richiama papa Leone IV, così come documentato da un affresco nella chiesa di San Matteo degli Armeni, fuori Porta Sant’Angelo. Tradizione vuole che il drago Basilisco (una specie di Sfinge, vorace di uomini) fosse scacciato da questo papa che teneva in mano un rametto di basilico. Termine che, non a caso, sta per “erba degna di un re” e, addirittura, magica.

Le clarisse, che risiedevano nel convento di Monteluce (nel monastero che a breve verrà trasformato in uffici comunali), prima che il Pepoli demaniasse il bene, erano solite coltivare quel basilico speciale da offrire alla città il giorno dell’Assunta. Ancora oggi il rito prosegue e, nell’edicola tra la chiesa e l’ex Policlinico, si distribuisce quel basilico “gentile”, una varietà profumatissima e a foglia minuscola: una coccetta-un’offerta.

Peraltro l’aroma è così forte da rendere l’essenza poco adatta all’uso di cucina. La tradizione accosta il dono del basilico al rito dell’occhiolino di San Costanzo. Per le fanciulle (forse non illibate, condizione dirimente per ricevere l’atteso assenso) cui il santo non faceva l’occhiolino, non c’era speranza disposarsi entro l’anno.

Per consolarle, il fidanzato infilava lor al braccio il torcolino, come impegno solenne: una specie di fede inserita nel dito, una solenne e pubblica promessa. Qualcosa di analogo accadeva nel sagrato di Monteluce. Il fidanzato assumeva impegno formale al matrimonio donando all’amata una coccetta di basilico gentile e facendo l’offerta alla chiesa. L’anziano parroco don Luciano Tittarelli non ci crede… ma lo lascia credere. Ancora.

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