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Cronaca

Stalking in ospedale, perseguita la ex ogni volta che la vede passare: condannato

Entrambi lavorano al Santa Maria della Misericordia. Le accuse: insulti, molestie, telefonate mute e pedinamenti

Sei mesi in continuazione con la condanna a 1 anno e mezzo. È quanto ha stabilito il giudice del Tribunale penale di Perugia nei confronti di un 53enne, dipendente dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, accusato di stalking nei confronti della ex fidanzata (impiegata presso l’Azienda ospedaliera) e del figlio di lei.

L’imputato, difeso dall’avvocato Daniela Paccoi, avrebbe importunato e molestato la donna “tutte le volte in cui svolgeva il turno mattutino di portiere, con cadenza di due giorni alla settimana”, cercando di incontrare la ex tanto da “indurla a non svolgere la mansione la mansione di ritirare la posta per paura di incontrarlo”.

Per la Procura di Perugia l'uomo avrebbe seguito la ex, controllandone i movimenti, fino a presentarsi nel reparto dove la donna era andata per fare degli esami strumentali.

In una circostanza ne avrebbe offeso “l'onore e il decoro” e l’avrebbe molestata, “provando ripetutamete a toccarla” e quando passava davanti all’ingresso dell’ospedale l’avrebbe offesa “dicendole che era una poco di buono e che non capiva niente”.

Comportamenti che ricompaiono nei procedimenti che hanno già portato alla condanna dell’imputato: “Nonostante la precedente condanna, la pendenza di altri procedimenti e l'applicazione di misure cautelari le provocava un perdurante stato di ansia e timore per la sua incolumità e la costringeva ad alterare le proprie abitudini di vita, evitando alla persona offesa di adempiere alle sue mansioni e facendo quanto possibile pur di non incontrarlo”.

La donna, costituita parte civile tramite l’avvocato Delfo Berretti, aveva ricevuto diverse telefonate mute, fatte da cabine pubbliche, anche sul telefono del figlio. Una volta era stata seguita fino al cimitero, dove era andata a portare i fiori sulla tomba della madre.

Il giudice ha stabilito anche una provvisionale di 10mila euro a favore della donne e di 4mila per il figlio. L’uomo è stato condannato al pagamento delle spese processuali e legali. Il risarcimento civile da stabilire in sede civile.

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