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Covid, Messa interrotta e prete multato, per la Procura non c'è reato: archiviata la denuncia

Un avvocato perugino aveva chiesto di indagare su eventuali violazioni di legge nelle modalità di ispezione durante la funzione religiosa in provincia di Cremona

La Procura della Repubblica di Cremona ha archiviato la denuncia di un avvocato perugino relativa all’interruzione delle celebrazioni eucaristiche a Gallignano, in provincia di Cremona.

Una denuncia con la quale si chiedeva di valutare la sussistenza degli “elementi costitutivi del reato di cui all’articolo 405 del codice penale, in quanto la funzione in atto era fra quelle che rientrano nella pratica religiosa di culto di religione riconosciuta, come è quella cattolica”.

Secondo l’avvocato Fulvio Carlo Maiorca, già giudice di pace a Cortona, “il 19 aprile, di mattina, nella chiesa parrocchiale della frazione Gallignano, durante la messa celebrata dal parroco don Lino Viola, un carabiniere, con in mano un telefono cellulare, riferiva allo stesso sacerdote, che il sindaco valeva parlargli. Che, precedentemente, pure una signora (sconosciuta) era salita sull’altare, porgendo un telefono cellulare al sacerdote, dicendo che il sindaco voleva parlargli. Ad entrambe le persone, il sacerdote diceva che, essendo in atto la celebrazione del rito, non intendeva rispondere”.

Per il legale, in entrambi gli episodi, “non può esservi dubbio che, nella condotta dei due sconosciuti e, soprattutto, in quella dei superiori del carabiniere e dello stesso sindaco, si debbano ravvisare tutti gli elementi costitutivi del reato di cui all’articolo 405 codice penale, in quanto la funzione in atto era fra quelle che rientrano nella pratica religiosa di culto di religione riconosciuta, come è quella cattolica – scrive l’avvocato - Alla stessa stregua, inoltre, dovrà essere valutata la condotta del sindaco, che, pur essendo a conoscenza della funzione in atto, concorreva nel turbamento”.

Per la Procura di Cremona “a fronte degli accertamenti compiuti, si ritiene che nel caso in esame non siano ravvisabili condotte penalmente rilevanti” da parte dei militari intervenuti “nel corso della funzione religiosa”, avendo “correttamente effettuato il controllo all’interno della chiesa” ed “accertato la violazione della normativa disposta in relazione alla pandemia” per il Coronavirus. Sono, quindi, da escludere “estremi di reato” e si dispone l’archiviazione.

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