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Cronaca

"Lei ha un tumore maligno": chiude lo studio, spende tutto ma la diagnosi era sbagliata

All'uomo era stato diagnosticato una grave forma di tumore alla pelle. Dopo l'operazione la scoperta che forse non era stato mai malato. Ma nel frattempo aveva rinunciato a tutto. Ora vuole essere risarcito

Rampante architetto. Uno studio ben avviato. Una bellissima famiglia. Insomma una vita praticamente perfetta, se non fosse che un giorno si reca al Santa Maria della Misericordia di Perugia per effettuare un controllo di routine. Da questo momento in poi tutto muta. All'uomo vengono prescritti esami urgenti per analizzare quel neo che si trova proprio sul petto.

I referti arrivano pochi giorni dopo: melanoma maligno è la diagnosi. Al professionista vengono dati pochi mesi di vita. Nonostante questo decide di percorrere l'unica strada possibile e cioè un intervento d'urgenza e la successiva chemioterapia. L'operazione viene eseguita immediatamente, data la gravità della situazione. Ma è proprio subito dopo essere entrato in sala operatoria ed avere asportato il “neo maligno” che si scopre la verità.

Il noto architetto in realtà era sano come un pesce. Nessun cancro, ma soprattutto una vita da vivere serenamente per i prossimi anni a venire. Peccato che nel frattempo l'uomo, preso dal panico, abbia chiuso lo studio e detto addio alla propria vita professionale. Il caso finisce davanti al giudice del tribunale civile che, su richiesta dell'avvocato Massimo Degli Esposti, decide di nominare un perito. Al momento sembrerebbe che la diagnosi sbagliata sia dovuta a un semplice errore di battitura. Errore costato mesi di agonia al povero professionista adesso vivo e vegeto, ma estremamente arrabbiato.  

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