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Cronaca

La vita è menzogna: matrimonio (falso) con la compagna incinta, lavoro inesistente alla Ferrari, tutto per stare con l'amante a pochi chilometri

Il raggiro è stato scoperto dal suocero che lo ha seguito e ha visto che non andava a Modena, ma poco distante da Perugia. Per stare lontano da casa e dai figli aveva finto anche un ricovero in ospedale nel nord Italia. Intensa l'attività dell'uomo sui siti di incontri

Bigamo non lo era, anche perché il matrimonio era regolare come documentazione, ma invalido per la celebrazione, ma traditore sì. Forse anche bugiardo, nel senso che diceva bugie. Sull’abbandono del tetto coniugale, la storia dimostra che spariva spesso e volentieri. Però aveva la scusa, plausibilmente valida, ma fasulla anch’essa. Eccola: la compagna aspettava il terzo figlio e quella lettera, firmata da Montezemolo con la quale gli annunciavano l’assunzione alla Ferrari era un sogno, ma anche una difficoltà: come poteva trasferirsi così lontano in un momento tanto delicato?

La donna aveva compreso e accettato, sarebbe stato difficile, ma non si poteva rinunciare ad un’occasione del genere. Così l’uomo era partito, assicurando sostegno economico e presenza a casa ogni volta che avrebbe potuto.

Passato poco tempo, però, le difficoltà si palesano appieno. L’uomo non tornava mai a casa e anche il giorno della nascita del figlio si era presentato con una evidente fasciatura alla testa e un certificato di ricovero ospedaliero nella città in cui lavorava. E infatti ripartiva poco dopo il lieto evento familiare. Di soldi non ne mandava mai.

La compagna non sospettava nulla, profondamente innamorata dell’uomo. Il padre di lei, invece, iniziava a nutrire dubbi sul genero. E decideva di seguirlo.

I dubbi venivano fugati dopo pochi chilometri. L’uomo non imboccava la superstrada in direzione nord, ma si dirigeva a sud, verso Todi. Il suocero proseguiva nel pedinamento e vedeva il genero fermarsi davanti ad una villetta, scendere, bussare. Alla porta una donna e il saluto era un lungo bacio appassionato. Da pochi mesi aveva iniziato una convivenza con la donna che gli aveva aperto la porta.

Approfondendo l’indagine privata si scopriva che non esisteva alcun lavoro in Ferrari, in realtà lavorava in una concessionaria a Perugia, il ricovero e il bendaggio erano fasulli. Facendo una ricerca sul web, l’uomo risultava iscritto a diversi siti di incontri, dove si era registrato come single e si era anche dato molto da fare.

A quel punto venivano fatti degli accertamenti anche sul matrimonio tra l’uomo e la figlia. Scoprendo che il matrimonio non era valido in quanto l’uomo aveva organizzato tutto in modo che a celebrare fosse un parente, cosa espressamente vietata dalla norma che consente la delega da parte del sindaco.

Scattava, così, la denuncia per il mancato contributo di mantenimento dei figli e della vita familiare e una richiesta di sospensione o revoca della potestà genitoriale per l’uomo, con richiesta di affido esclusivo dei figli per la madre.

In tribunale l’uomo è stato condannato dal giudice Alberto Avenoso a 5 mesi e 400 euro di multa, oltre al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 4mila euro a favore della donna, assistita dall’avvocato Roberto Di Iorio.

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