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Cronaca

Massimo Martelli e Alessandro Cianetti denunciano "uno scempio" ad Assisi. "Un pugno nell'occhio che offende storia e natura"

Nel mirino dei due prestigiosi cittadini c'è "un edificio, destinato ad attività ricettive, di dimensioni rilevanti, sia in lunghezza che in altezza, esteticamente molto discutibile e non dissimile da un capannone industriale"

Massimo Martelli e Alessandro Cianetti denunciano lo scempio in atto, e prevedibile, nel territorio di Assisi. Quello che definiscono, con robusta metafora, un “pugno nell’occhio sulla via tra Santa Maria degli Angeli e  Assisi”.

Premessa - “I luoghi adiacenti l’incrocio tra le vie Francesca e l’Ospedale delle Pareti col   Viale   Patrono   d’Italia, dove quest’ultimo inizia l’ascesa verso la Città di Assisi,     costituiscono un’area di notevole pregio paesaggistico e storico”.

Un po’ di storia
“Negli   anni   Sessanta,   Giovanni     Astengo   e   Gisberto   Martelli   identificarono, proprio in tale sito, l’ideale punto di snodo del cono panoramico di Assisi che, dopo aver raggiunto la pianura, viene ad irradiarsi lungo   le tre direzioni di Petrignano, Santa Maria degli Angeli e Rivotorto”.

Una vista unica al mondo
“Da qui – proseguono – si apprezza  una delle più suggestive viste della Città nel suo intatto splendore. Opportunità   che   viene   regolarmente   colta   da     tantissimi turisti, prima di ascendere al colle. Essi in genere sostano nei pressi di   un elegante edificio di fine Ottocento, conosciuto come Villa Gualdi”.

Sapore di medioevo
“La storia di questo insediamento risale all’Alto Medioevo quando, poco dopo l’anno Mille,  venne lì costruita la chiesa di S. Salvatore delle Pareti  a cui poi si affiancò l “hospitale” de Pariti. Nel 1320 fu destinato al ricovero dei Crocigeri reduci da Gerusalemme (avvenimento ricordato in una pietra reperibile sul posto).

Il ruolo degli Agostiniani
“Nei   secoli   successivi,   il   complesso   di   San   Salvatore   venne acquisito dai monaci Agostiniani che ne curarono un profondo restauro e ampliamento. Il   convento   di   Sant’Agostino acquisì dunque notevole importanza, trovandosi al centro di quella “via della Porziuncola”, percorsa dai cortei di fedeli nel ricordo di San Francesco”.

Il transito francescano
“Il Santo serafico – si racconta: ‘Sentendo prossima la Sua morte, si fece portare in letto da Assisi a Santa Maria per essere sepolto nella Porziuncola’. A questo proposito,   alcuni storici indicano proprio la Chiesa di San Salvatore delle Pareti, primo nucleo architettonico della attuale Villa Gualdi, come il luogo da dove si ammira Assisi in tutto il suo splendore e ove il Santo morente volle fermarsi e rivolgere un’ultima benedizione alla sua città che un giorno si sarebbe chiamato Colle del Paradiso. Lì sarebbe stata edificata la basilica di San Francesco”.

La trasformazione in dimora privata.
“Nel 1873 – proseguono – il complesso di San Salvatore fu acquistato dal Signor Lorenzo Gualdi che lo trasformò in dimora privata, conferendole l’attuale aspetto di villa neoclassica. Sulla nuova facciata dell’edificio vennero collocati il bassorilievo bronzeo e la  lapide che commemorano la morte del Poverello”.

Dopo il terremoto.
“Dopo il terremoto del 1997, l’intero fabbricato è stato sottoposto ad una completa ristrutturazione strutturale antisismica, secondo le indicazioni del Ministero per i Beni e le Attività Culturali”.

E arriviamo allo scempio attuale con l’ecomostro
“Purtroppo, in stretta connessione con questo complesso, è in corso di realizzazione un edificio, destinato ad attività ricettive, di dimensioni rilevanti, sia in lunghezza che in altezza, esteticamente molto discutibile e non dissimile da un capannone industriale”.

Una offesa a storia, natura e… buon gusto
“Un vero e proprio “cazzotto in un occhio”, anzi: in entrambi gli occhi. Uno spettacolo inaccettabile per quanti, salendo da Santa Maria o dalla zona est della vicina Bastia, gode finora della stupenda vista della  Città serafica”.

Una ferita che non si rimargina. 
“Si tratta, in tutta evidenza, di una ferita non rimarginabile ai danni di un panorama unico, sino ad oggi incontaminato, quale  si appalesa agli occhi del visitatore nel volgere lo sguardo dalla Basilica del Santo o dalla Chiesa di San Pietro  verso Santa Maria degli Angeli”.

Perché “horribile visu”
“L’edificio in costruzione è espressione di  una  totale mancanza di rispetto e di profonda incomprensione dell’identità paesaggistica e storica: non solo dello specifico sito, ma anche dell’intera area che da Assisi degrada verso la pianura”.

Quei progetti degli anni Sessanta del “cono panoramico”
“Negli anni sessanta, l’ingegner Giovanni Astengo, insigne urbanista dell’Università di Torino, e l’architetto Gisberto Martelli, Soprintendente ai Monumenti e Gallerie dell’Umbria, progettarono il Cono panoramico di Assisi. La finalità, per l’epoca del tutto avveniristica, era quella di preservare non solo e non tanto il nucleo storico della Città di Assisi (alla cui salvaguardia aveva già provveduto uno strettissimo vincolo posto dalla Soprintendenza), quanto Assisi quale Centro dello splendido territorio che la circonda. A tutela delle case coloniche, dei campi ubertosi, della vegetazione in cui spiccano numerosissime le querce secolari, giustamente definite dai progettisti ‘monumenti della natura’ e pertanto dettagliatamente inserite nelle mappa del territorio”. 

Una strada in salita e poi l’intervento di Ermini.
“La realizzazione non fu impresa facile, dovendosi superare i mille interessi economici che ruotavano attorno allo sfruttamento edilizio di una località, sin da allora particolarmente appetibile. Giuseppe Rufo Ermini, Rettore dell’Università di Perugia, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministro della Pubblica   Istruzione nel 1954, fu fautore (nel 1957) della Legge  recante ‘provvedimenti per la salvaguardia del carattere storico, monumentale e artistico delle città e del territorio di Assisi, nonché per conseguenti opere di interesse igienico e turistico’”. 

Assisi privilegiata
“Grazie a tale legge, l’allora Amministrazione comunale poté disporre di strumenti normativi e di consistenti mezzi finanziari da destinare allo sviluppo economico del territorio e alla sua salvaguardia da qualsiasi attentato che ne potesse minare l’incomparabile bellezza. Fu pertanto più agevole il compito, per il Comune di Assisi e per le Istituzioni regionali, di porsi come attenti osservatori e controllori sulle iniziative di costruzioni edilizie. È pur vero che, negli ultimi tempi, qualche ristrutturazione abitativa ha travalicato  i limiti dell’originario insediamento (soprattutto nelle aree più periferiche del territorio assisano), mai si era però giunti a gravi attentati paesaggistici quale quello che si sta compiendo ad appena un chilometro dalla città serafica”.

Un appello alle forze sane della società e della politica contro l’oscenità dilagante
“Al di là delle norme che regolano il regime del rilascio di licenze  edilizie, quella brutta costruenda struttura, così come la distruzione delle volumetrie di annessi anticamente esistenti,  è da considerare eclatante  manifestazione di una mancata disattenzione  delle istituzioni pubbliche. Ad esse, non ad altri, spetta il compito di governare lo sviluppo edilizio di un così pregevole territorio paesaggistico. Senza, tuttavia, negare ai privati cittadini un giusto  e ammissibile diritto di  soddisfare impellenti necessità di rinnovamento abitativo, evitando comunque l’uso indiscriminato di spazi a fine edificatorio”.

Ma… violazione chiama violazione
“Sta di fatto che il recupero di edifici esistenti per nuove costruzioni come quella in atto sta sconfigurando un patrimonio storico. Oltre a generare in altri cittadini  la pretesa di vedersi soddisfatte esigenze di modificare o ampliare le proprie abitazioni, anche in difformità alle norme che regolano la salvaguardia del paesaggio all’interno del cono panoramico”.

Questo sostengono Massimo Fabrizio Martelli (già Direttore della Sezione di Ematologia e Trapianto di Midollo osseo e del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia dell’Azienda Ospedaliera e dell’Università di Perugia) e Alessandro Cianetti (già primo dirigente dell’Università degli Studi di Perugia, dove ha svolto funzioni di capo gabinetto del Magnifico Rettore Sen. Giuseppe Ermini. Oltre che assessore all’urbanistica e presidente della commissione edilizia e pubblico ornato nel comune di Assisi). Ma, al di là dei titoli e delle onorevolissime qualifiche, pare all’Inviato Cittadino che la posizione dei due firmatari sia ispirata da cultura, senso civico, rispetto della storia del territorio. Tanto basta per ritenere di pubblico interesse le posizioni da loro espresse. E per farne parte ai nostri lettori.
 

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