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Cronaca

Prostituzione nei centri massaggi cinesi, il Riesame toglie il reato associativo e mette tutti ai domiciliari

Accolte le richieste dei difensori dei quattro arrestati a Perugia e provincia: "Si tratta solo di concorso nella gestione di appuntamenti a pagamento"

Il Tribunale del Riesame “smonta” l’inchiesta sullo sfruttamento delle prostituzione nei centri massaggi cinesi a Perugia e provincia.

Con una decisione di due pagine annulla la detenzione in carcere per quattro persone e le manda ai domiciliari, oltre a cassare, accogliendo la tesi difensiva, l’accusa di associazione per delinquere, riqualificando il tutto come semplice concorso di persone.

Il Riesame ha accolto la richiesta degli avvocati Luigi Costa e Sebastiano Pirisi, difensori di 4 cinesi coinvolti nell’inchiesta, che ha riguardato 11 centri massaggi e portato a indagare 22 persone per sfruttamento della prostituzione agli inizi di ottobre.

Secondo la Procura di Perugia, che ha coordinato l’indagine che ha toccato le province di Perugia, Lodi, Verona, Bologna, Firenze, Prato, Arezzo, Fermo, Ascoli Piceno, Teramo e Brindisi, il gruppo si sarebbe reso responsabile di “una serie di delitti di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione … in danno di donne di nazionalità cinese, alcune delle quali clandestine o irregolari sul territorio italiano, favorendone la permanenza clandestina/irregolare all’interno di locali ‘centri benessere/massaggi’ o appartamenti” dove sfruttare il meretricio delle stesse, con un giro d’affari di 350mila euro al mese.

Secondo i giudici del Riesame l’ordinanza di custodia cautelare in carcere era eccessiva, anche in virtù della riqualificazione del reato. Per l’accusa di tratterebbe di associazione “finalizzata a favorire e sfrutta la prostituzione delle donne di nazionalità cinese, vincolando le stesse a prostituirsi e ad alloggiare nelle strutture controllate e alle condizioni dettate dal gruppo”.

Per il Riesame sarebbe “solo” concorso nell’esercizio di una casa di prostituzione e sfruttamento dell’altrui meretricio. Qualificazione del reato che prevede gli arresti domiciliari, demandando ai Carabinieri il controllo del rispetto della misura.

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