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Cronaca

Maria, morta a 17 anni in ospedale per una doppia infezione: la Procura chiede l'archiviazione

Chiuse le indagini: "Il decesso della ragazza sarebbe conseguito ad una combinazione delle due infezioni" con rapida evoluzione clinica e resistenti agli antibiotici

La Procura di Perugia ha chiesto l’archiviazione per il decesso di Maria Elia, una ragazza di 17 anni avvenuto il 27 marzo 2022, subito dopo il ricovero presso l’ospedale "Santa Maria della Misericordia" di Perugia.

La ragazza nei giorni precedenti il ricovero aveva avuto mal di gola e tosse e successivamente vomito ed altri sintomi via via più gravi; dopo aver contattato il medico curante era stato ad un tampone faringeo che aveva escluso l'infezione da Covid-19. A fronte del peggiorare delle condizioni la giovane veniva visitata dalla guardia medica e portata al Pronto soccorso con una saturazione di ossigeno pari all'88%. Sottoposta a vari accertamenti e a consulenze specialistiche ma le sue condizioni peggioravano fino alla morte.

Dall’esame autoptico emergeva un quadro clinico-patologico di "shock settico ed insufficienza multiorgano" che aveva cagionato il decesso della giovane era conseguente sia ad un'infezione virale non da Covid (del tipo "H1N1") sia ad un'infezione batterica da Stafiloccocus Aureus meticillino-resistente. Le cure prestate alla paziente sarebbero state tempestive e conformi alle linee guida oggi disponibili e che, purtroppo, il decesso della ragazza sarebbe conseguito ad una combinazione delle due infezioni caratterizzate da una rapida evoluzione clinica il cui arresto può ritenersi "in alcun modo arrestabile dagli antibiotici, come documentato dalla rapida progressione dei principali indici di flogosi e dalla grave alterazione non solo quantitativa ma anche qualitativa delle sottopopolazioni linfocitarie midollari".

I consulenti hanno evidenziato come anche l'effettuazione di una visita tempestiva da parte del medico di medicina generale non avrebbe comunque evitato il decesso della giovane, alla luce del già avvenuto e inarrestabile innesco della tempesta citochimica dovuto all'infezione da Stafilococco Aureus.

Da qui la scelta di archiviare il caso e la possibilità da parte dei parenti, assistiti dagli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza, di presentare opposizione davanti al giudice delle indagini preliminari.

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