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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

EDITORIALE Non ho mai marciato da Perugia ad Assisi, ho criticato la politicizzazione, ma questo fango è ingiusto: le vittime non hanno bandiera

La critica di Repubblica all'evento straordinario del 24 aprile è la dimostrazione di un Paese cinico e di un giornalismo che invece di criticare esponendo tesi diverse usa aggettivi come clave

Perche? Perchè in questo assurdo bel Paese si deve fare polemica su tutto? Perchè si deve trovare del marcio ovunque. Ma soprattutto perchè qualcuno, puntualmente, si arroga il diritto di dividere il mondo in buoni e cattivi vestendo i panni della divinità. Un articolo del quotidiano La Repubblica distrugge la marcia della Pace, evento straordinario, perchè il manifesto - badate bene il manifesto - sarebbe vergognoso dato che metterebbe sullo stesso piano aggredito e aggressore. Ma chi è veramente pacifista è contrario, oggi e sempre, all'invio di armi per alimentare altra guerra preferendo la politica, la diplomazia. Ma solo io ritengo coerente questa tipologia di messaggio di un gruppo di pacifisti? Ma cosa dovrebbero dire altrimenti? Non c'era bisogno di demolire la Marcia ma bastava fare un articolo dove ribadire una posizione diversa: ovvero, secondo la tesi degli altri, è giusto aiutare militarmente l'Ucraina contro l'invasore, anche se questo prolungherà la guerra. E' giusto appoggiare la posizione del Governo Draghi senza se e senza me. Ma no: serve demolire, umiliare, sparare a zero su un evento che veniva esaltato quando era dalla propria parte. 

Scrivo questo premettendo la mia posizione: non ho mai marciato da Perugia ad Assisi con una bandiera, pur avendo letto e riletto il nostro filosofo perugino Capitini. Sono un pacifico ma non pacifista. Sono per aiutare l'Ucraina che è invasa. Della Marcia non ho mai apprezzato la politicizzazione della sinistra, ma i contenuti erano e restano un caposaldo di civiltà. Oggi più che mai, da Perugino e da giornalista, sento il dovere di difendere questa nostra istituzione, questa nostra cultura, questo nostro appuntamento che porta migliaia di persone in Umbria. Metto da parte chi ha strumentalizzato, sfruttato, diviso e persino fatto carriera sotto la bandiera della Marcia, lo straordinario evento di domenica mai come in passato unisce e non guarda al politicamente corretto o a certe consorterie di parte: giovani, cattolici, famiglie, rossi, sindacati, Pd, 5 Stelle, e anche tanti sindaci di centrodestra che hanno deciso di aderire in nome della Pace e molti altri in nome dell'Occidente. 

Marciare tutti insieme per dire basta alla guerra in Ucraina - e in altre parti del mondo anche se ce ne ricordiamo in rare occasioni con qualche convegno o cena dei rotary per raccogliere fondi - dove le ragioni del conflitto sono complicate, difficili. Dove le parti in causa, dei vertici, hanno storie assurde, oscure ma soprattutto sono ricchissimi nonostante rispettive popolazioni con redditi pro-capite medio-bassi. Si combatte dal 2014 e ci sono vittime nelle città invase, nei territori filo-russo, ci sono bande armate russe e ucraine che si richiamano ad un passato nefasto (nazisti e comunisti sovietici). Insomma una situazione complicata che non può essere discussa da tifosi del bar sport. L'unica certezza è che ci sono vittime innocenti molte civili ma anche tanti giovani in divisa che non hanno deciso questa guerra. Chi marcia vuol ribadire semplicemente basta a questa carneficina che quando è a terra, senza respirare, non ha bandiera e non ha colore. Ecco perchè questa polemica è sbagliata, avvelena le menti e divide ancora di più i cittadini.

Chi sarà presente alla Marcia merita rispetto. Anche se non si condividono le idee e i manifesti. E' legittimo criticare ma non infangare, non speculare sul sangue. Perugiatoday.it domani racconterà la Marcia da cronisti e non da politici o da analisti. Non marceremo ma racconteremo, senza bandiere e senza pregiudizi. E come tutti voi speriamo che questa guerra finisca il prima possibile anche perchè, ne stiamo pagando un prezzo caro anche noi: famiglie in povertà, disoccupazione, crescita rallentata e futuro incerto. Questa guerra ha troppe vittime dirette e indirette. 

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